A cura della Redazione
Al magnate americano che stava per acquistare il Manchester, i tifosi tesero un elementare tranello: se sei qui per passione e non per interesse, gli dissero, recita la formazione dellultima vittoria in coppa dei campioni. A domanda il povero ricco, ovviamente, non rispose. E quel silenzio valse come la più clamorosa bocciatura della sua vita. Riproporrei più o meno lo stesso test ai politici che hanno inserito Torre Annunziata nel loro tour elettorale. Mostrerei loro una cartina muta, di quelle che una volta aiutavano a imparare la geografia, e li inviterei a fissare il punto in cui collocare Torre Annunziata. Oppure li pregherei di indicare tre cose, positive o negative poco conta, per cui la nostra città è stata famosa. Scommetto sullesito dei quiz.
Mi dicono (e leggo sul sito di TorreSette) che la processione dei personaggi famosi, dopo DAlema, è continuata. Nessuno credo sia andato oltre i discorsi di maniera, le parole buone per tutte le occasioni, imbeccate dal riferimento di turno. Certo, non siamo il centro del mondo, ma se qualcuno chiede di essere aiutato nella propria scalata, qualcosa in cambio deve pur dare. Un po di attenzione, basterebbe questo, che qualcuno pazientemente ascoltasse non tanto i lamenti quanto le proposte. Il compito spettava un tempo ai deputati del posto, quelli che per amore di campanile intasavano le agende parlamentari con interrogazioni che davvero interessavano poco il resto dItalia: dallesclusione del proprio paese dal percorso del Giro alla richiesta di intervento straordinario per la festa patronale. Di colpo, nel giro di pochissimi anni e a causa di una legge disgraziata, siamo passati allopposto, dove la mobilitazione per il Tibet (politicamente correttissima) quasi prevale sulla questione monnezza (sconcio incivile finito quasi dimenticato sulle cronache italiane).
In attesa di avere di nuovo interlocutori diretti, interessati davvero ad avere il tuo voto e preoccupati di dover poi rispettare gli impegni, dobbiamo soffrire almeno per il prossimo turno elettorale. In questa competizione Napoli è considerata quasi come un ospite ingombrante. Porta problemi enormi e grandissimi rischi di fallimento. Per ora cè un solo colpevole, condannato con processo popolare troppo sommario: è la strada più comoda per non dare soluzione al problema. Tanto per usare una metafora a tema, è come nascondere la spazzatura sotto il tappeto. Solo che il tappeto è diventato una montagna che minaccia di crollare e di seppellirci tutti. Ecco, proviamo a sollevarlo quel tappeto, il tanfo invaderà le narici degli occasionali ospiti, e qualcuno si sentirà magari anche un po coinvolto nel tentativo di ridare speranze a chi non ha più nessuna fiducia. E, forse, tra qualche anno ricorderà pure di essere stato da queste parti un giorno di primavera del 2008.
MASSIMO CORCIONE
DIR. SKY SPORT