Erano le cinque del mattino del 30 giugno 1921, quando morì a Torre Annunziata, in via Gambardella, giù all’Oncino, Federico Orsini, figlio di Domenico e Francesca Atripaldi. Era un avvocato e aveva circa cinquantuno anni. L’atto di morte fu stilato a mezzogiorno e venti di quel giorno dall’assessore Nicola Cuccurullo, “stante l’assenza del sindaco Luigi Alfani”.

Perché abbiamo iniziato l’articolo dalla sua morte e non dalla nascita? Perché forse fu dovuta all’aggravarsi delle sue condizioni di salute per il forte dolore causato dalla chiusura del pastificio Orsini l’anno prima. La mamma Francesca, dopo la morte del marito Domenico, il 5 aprile 1905, dovette subire anche la scomparsa del suo primogenito.

La vita di Federico Orsini

Federico era nato a Torre Annunziata il 7 ottobre 1870, alle ore otto pomeridiane, in Via del Popolo. Da giovane, dopo essersi laureato in giurisprudenza, conobbe Anna Maria De Simone, nata anche lei a Torre Annunziata l’8 aprile 1874, in Largo Annunziata, e la sposò il 21 giugno 1894. Lui aveva circa ventiquattro anni e lei venti. Ebbero nove figli, cinque maschi e quattro femmine.

Orsini sindaco di Torre Annunziata

Cento giorni dopo la dipartita del padre, il 15 giugno 1905, Federico divenne sindaco di Torre Annunziata, carica che ricopri fino al 25 febbraio 1906. In quel breve periodo riuscì a riordinare gli uffici amministrativi e a migliorare le finanze del Comune. Ma Federico eccelleva non solo come avvocato, sindaco e uomo d’affari, ma anche nella musica e nella poesia. Fu l’unico ad avere la grande intuizione di riunire i pastai torresi, proponendo di creare un consorzio. Lo scopo era quello di tutelare l’unicità e la qualità della pasta torrese, contrastando nel contempo la concorrenza di Gragnano e di altri pastifici sorti in Italia Centrale.

La diffidenza dei pastai verso ogni forma di associazione, che avrebbe fatto perdere indipendenza e specificità di marchio ad ognuno di loro, fece fallire questo ambizioso e lungimirante progetto e ciò sarà la causa nei decenni successivi della quasi scomparsa dell’Arte Bianca a Torre Annunziata.

Intanto era stato promotore, agli inizi del Novecento, della Borsa del Lavoro, prima associazione di imprenditori in Campania, con sede in via Garibaldi, inoltre con il padre Domenico fondò la “Società Commissionaria Agricola Industriale”, che effettuava la compravendita collettiva di grano e cereali. E divenne anche direttore della Banca Commerciale di Torre Annunziata, città dove la ditta Orsini rappresentava persino il Banco di Napoli e la Banca d’Italia, autorizzata ad effettuare operazioni di sconto a nome dei due istituti di credito.

La chiusura del pastificio Orsini

Purtroppo con la Rivoluzione Bolscevica in Russia e la conseguente guerra civile, i grani russi non arrivavano più nel porto di Torre Annunziata, si interruppe gradualmente anche il flusso di esportazione di pasta verso gli Stati Uniti, e ci fu la forte concorrenza dei nuovi pastifici sorti in Italia. Iniziò così la crisi che portò alla chiusura dell’opificio Orsini nel 1920 e la scomparsa prematura l’anno successivo di Federico Orsini.

I figli Alfonso e Mario divennero calciatori del Savoia e quest’ultimo partecipò alla finale per lo scudetto del 7 settembre 1924, proprio sul campo Oncino di proprietà degli Orsini. In quell’anno, il 17 luglio, era morta anche la mamma di Federico, Francesca Atripaldi, mentre la moglie Anna Maria morì il 26 dicembre 1940. Terminò con lei l’epopea della famiglia Orsini, che sarà resa famosa da Maria Orsini, nipote di Federico, nel famoso romanzo “ Francesca e Nunziata” del 1995.