Palazzo Criscuolo ancora una volta si conferma polo culturale della città oplontina. Presentato “Omicidio alla Garbatella” (ed. Fratelli Frilli) il nuovo lavoro dell’autrice romana Luana Troncanetti, prefazione di Andrea Cotti, scrittore e sceneggiatore italiano di successo.
Romana de Roma la Troncanetti è autrice eclettica, poliedrica abile nello spaziare dall’ironia de “Le mamme non mettono mai i tacchi” (ed. Galassia Arte), alla profondità emozionale di “Agrodolce” (ed. L’Erudita) fino al noir di “I silenzi di Roma” (ed. Fratelli Frilli). Vincitrice di numerosi concorsi letterari per la sezione racconti, fra i quali “Premio Massimo Troisi”, “Donna sopra le righe”, “Thriller Cafè”, con “I silenzi di Roma” si è classifica seconda al “Premio letterario Città di Ladispoli”.
“Omicidio alla Garbatella” è il suo secondo romanzo (Silenzi è il primo) con protagonista l’ispettore Paolo Proietti che deve indagare sul delitto di una ragazza nigeriana.
Il romanzo comincia nei più classici dei modi: un omicidio. L’ispettore, che non è di turno, è avvisato dai suoi uomini ed invitato a recarsi celermente su luogo del delitto, la Garbatella, uno dei quartieri più rappresentativi di Roma. Lì troverà il suo fraterno amico Ernesto, tassista di professione col quale aveva tagliato i ponti dopo una furiosa litigata, in stato confusionale davanti al cadavere di una ragazza ripetendo di essere stato lui il colpevole. La vittima si chiama Prudence, nigeriana, giovanissima e bellissima, una sua cliente. Qualcuno li ha visti discutere e litigare prima che lui si allontanasse per poi ritornare. Ma cosa ci faceva Prudence in quel quartiere di notte dove Ernesto di sovente l’accompagnava?
Quella di “Omicidio alla Garbatella” è una trama complessa intrisa di sorprese e colpi di scena, accompagnata da denunce sociali sui corrotti costumi della nostra società.
La Troncanetti è scrittrice mai scontata, dalla penna densa di calore profondo, passione introspettiva e cinismo reale. Una scrittura verace, dai periodi brevi che portano il lettore ad essere sempre attento e vigile, a seguire senza perdersi in lunghe ed interminabili elucubrazioni come spesso accade nei romanzi. Capace di commuovere ed emozionare in ogni pagina. Commozione che abbiamo ritrovato negli occhi lucidi della stessa autrice quando, Anna Vitiello, assessore ma lettrice d’eccezione della serata, ha prestato la sua voce intensa e reale a Prudence.
Sì perché Prudence si presenta al lettore da morta con parole lapidarie, coi suoi tanti nomi e la sua storia fatta di dolore: “Ho avuto tanti altri nomi: negra, puttana, schiava. E frasi per spiegarmi meglio chi fossi: sei la mia vacca. Così, brava. Brava…così, fammi venire! Ho avuto sogni, pochissime carezze. Ho avuto tanti genitori. E ho avuto cinque anni, strillavo come quando scannano le bestie. Mi ha salvata un medico […] Mi chiamo Prudence e di mio ho soltanto il nome adesso ho anche un’altra certezza loro scopriranno chi mi ha fatto tutto questo.”
Lo scrittore Francesco Paolo Oreste ha presentato al pubblico la scrittrice. Saluti istituzionale del sindaco Vincenzo Ascione.