Palazzo Criscuolo riapre le porte agli eventi in presenza riabbracciando i propri “figli” accogliendoli nelle vesti di un genitore che dopo mesi di lontananza riabbraccia il proprio frutto dell’amore.
Il figlio in questione è Giovanni Taranto, giornalista di cronaca nera, giudiziaria ed investigativa, autore di rilevanti inchieste sulla camorra nel napoletano, presidente dell’Osservatorio permanente per la legalità di Torre Annunziata, uno dei fondatori di Metropolis Network e direttore di Metropolis Tv, condirettore di “Social News” e da oggi anche scrittore.
Presentata la sua opera prima letteraria “La fiamma spezzata” (Avagliano editore), noir all’ombra del Gigante Buono, viaggio esplorativo negli anni di fuoco: gli anni Novanta nel vesuviano.
Protagonista della vicenda Giulio Mariani, romano de Roma, astuto e brillante capitano della compagnia di San Gioacchino, nel vesuviano, che si ritrova immerso in una vicenda intricata. Un allarme sollevato da Esterina Sorrentino, madre di un carabiniere morto, Ciro Casillo, la cui dipartita, avvenuta sei anni prima ed archiviata come suicidio, non convince la genitrice. La quale con una lettera, per sapere la verità sul proprio figlio, mette in allerta la sede centrale dei Servizi Segreti a Roma. Per Mariani si apre un’intricata investigazione dipanata tra passioni violente, affari della criminalità organizzata e gli stessi Servizi militari. Colpi di scena ed intuizioni porteranno il capitano alla svolta finale. Un personaggio perfettamente tratteggiato per la sua estrema professionalità e capacità investigativa ma anche nei suoi caratteri più umani.
Taranto investiga gli aspetti socio antropologici del territorio e ne rende il protagonista partecipe, lo fa permeare al suo interno. Il paesaggio vesuviano, gli usi e i costumi si inseriscono e si fondono perfettamente nella narrazione ma non relegati nel mero aspetto folklorico, ne tessono il flusso letterale. Un romanzo che renderà il lettore vorace e sprigionerà in lui l’avida voglia di leggere ed incontrare nuovamente Mariani.
L’autore sul perché ha scritto il romanzo afferma: “La scelta di scrivere non si tratta dell’operazione sic et simpliciter legata all’esigenza di scrivere un libro in tempi di pandemia perché non c’è niente da fare, dietro ci sono tante cose – continua Taranto- ma il tentativo di spiegare determinati fenomeni, atmosfere, ambienti e modi di vivere difficoltà e tragedie di questa terra ma anche successi, bellezze, ricchezze e patrimoni e per farlo bisognava anestetizzare alcuni pregiudizi sulle nostre terre e somministrarli in una minestra diversa che non sia solo la colonna del giornale".
La scrittrice Carola Flauto, per l’occasione lettrice di alcune pagine del romanzo, di Taranto dice: “Quando ho iniziato a leggere, mi ci sono immerso ed ho pensato a Quer pasticciaccio brutto de via Merulana di Gadda. Il plurilinguismo di Giovanni – continua la Flauto- la capacità di mescolare il dialetto parlato, quello colto, l’italiano forbito ma accessibile a tutti, la sua scrittura, l’originalità, l’ironia, il cinismo giusto può davvero diventare il nostro Camilleri".
Presente l’agente letteraria, Carla Fiorentino, deus ex machina dell’opera che con la sua straordinaria intuizione ha spinto ed accompagnato l’autore verso l’imbocco della giusta strada per la stesura di un gioiello dalle sfumature non solo del noir ma anche del giallo poliziesco, con aspetti tragicomici. “Il mio compito è stato facile perché con Giovanni è possibile scommettere (e vincere) a scatola chiusa. La scommessa è che anche Giulio Mariani, entri nelle vostre case e nei vostri cuori".
Ospiti dell’evento il sindaco di Torre Annunziata, Vincenzo Ascione, per i saluti istituzionali, l’assessore alla cultura, l’irrefrenabile Anna Vitiello, il Tenente Colonnello Francesco Novi, comandante del Gruppo Carabinieri di Torre Annunziata. Moderatore dell’incontro Francesco Alessandrella.