«Quando si uniscono le forze, si riesce a creare l'impossibile. Vedere tanta Felicità è stato davvero meraviglioso. Un vortice fantastico di incanto e magia!». Come non condividere le prime riflessioni di Anna Vitiello al termine della seconda edizione del Festival “Appuntamento con la felicità”. Una serie intensa di eventi culturali che da mercoledì 19 a domenica 23 settembre hanno stimolato il dialogo e il pensiero libero provocando emozioni autentiche. L’anima e il cuore pulsante dell’evento sono Anna Vitiello e Marinella Antonacchio, rispettivamente responsabili del “Progetto Cripta” della Basilica dello Spirito Santo a Torre Annunziata e dell’associazione “Familiarmente” di Boscotrecase.
Il livello eccelso dell’anteprima di mercoledì scorso, con la superba performance dell’attrice Rosalia Terrana, lasciava presagire quale sarebbe stato lo spessore artistico-culturale della manifestazione. Dal sound trascinante degli archi di “Ondanueve String Quartet” alla professionalità e bellezza sonora di musicisti del calibro di Marco Zurzolo, Gennaro Venditto, Pasquale De Angelis, Lello Cannavale, Catello Tucci, Tonino Mambelli, Francesca Maresca, Giusi Del Pezzo, Luigi Belati. I suoni antichi di tamburo e tammorra nel laboratorio di meditazione curato da Marilina Manzo passando attraverso “l’importanza di rimettersi a cercare la felicità” di Elsa Morante sussurrata in maniera magistrale da Carola Flauto con le originali improvvisazioni pittoriche di Nello Collaro. E poi laboratori, presentazione di libri, degustazione e riscoperta di sapori, spettacoli di magia e meditazione, convegni scientifici, villaggi tematici e nasi rossi. Cinque giorni di immersione totale alla ricerca di un’ispirazione per rincorrere e bloccare con un frame la felicità. Sì, perché la felicità, come entità emotiva assoluta, non esiste. Lo afferma con convinzione Letizia Vicidomini, madrina della manifestazione nonché scrittrice e conduttrice radiofonica. Per Letizia è possibile, invece, un appuntamento continuo con momenti di felicità che, però, bisogna cercare, volere, costruire.
Ed è proprio questa la previsione statutaria del Festival: incoraggiare la creazione di stati d’animo che consentano di passare le nostre esistenze in modalità “felicità”. Anche solo per la durata di un brano musicale, di una poesia, di un racconto.
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