Stop alle domeniche gratuite nei siti archeologici e nei musei statali italiani. A dirlo è il ministro per le Attività e i Beni culturali, Alberto Bonisoli, intervenuto alla Biblioteca di Napoli per presentare tre epistole di Gioacomo Leopardi acquistate dal Mibac.
Bonisoli ha sottolineato come quella della gratuità degli ingressi la prima domenica di ogni mese, fosse una misura che poteva andar bene come lancio promozionale. Ma così come è stata concepita, diventando poi la "normalità", non porterebbe da nessuna parte. Le cose - ha evidenziato il ministro - cambierano dopo l'estate. In sostanza, Bonisoli consentirà ai direttori di siti e musei di decidere in autonomia se e quando assicurare l'accesso al pubblico gratuitamente una domenica al mese, senza però che vi sia l'obbligo di farlo.
Il titolare del Mibac ha fatto poi l'esempio di Pompei, spiegando che ad agosto, ad esempio, quando c'è già il boom di turisti per l'estate, non ha senso attuare l'iniziativa perché gli stranieri «pensano che gli italiani sono pazzi perché li fanno entrare gratis». Per Bonisoli sarebbe invece più opportuno adottare iniziative del genere nei mesi invernali, quando il numero dei visitatori cala.
Insomma, una presa di posizione del ministro che senza dubbio farà discutere. E sulla materia è intervenuto anche il predecessore di Bonisoli, Dario Franceschini, colui che ha introdotto le "Domeniche al Museo". «Eliminare le prime domeniche del mese gratuite nei musei è un torto fatto a milioni di persone, è rinunciare a una cosa che ha fatto avvicinare i cittadini al patrimonio culturale del proprio Paese. Ministro Bonisoli, ci ripensi».
A rincarare la dose è anche il segretario nazionale Pd, Maurizio Martina: «Solo nel 2017, 3,5 milioni di persone hanno visitato gratis il nostro patrimonio. Vogliono le bellezze d'Italia per pochi e non come bene pubblico. È già pronto lo slogan: meno cultura per tutti».
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