Serenella Iovino, talento torrese prestato al mondo accademico, docente di Letterature comparate all’Università di Torino, è stata insignita del prestigioso 2016 Book Prize dell’American Association for Italian Studies; l’opera premiata è “Ecocriticism and Italy: Ecology, Resistance and Liberation”. Riconoscimento che valorizza una carriera esemplare fondata sulla conoscenza e sull’impegno quotidiano negli studi.
Non so quanto pesi l’origine sui nostri successi personali, non ne ho la certezza scientifica, ma spesso ripeto che gli anni della formazione torrese hanno influito molto in ciascuno di noi sul modo di affrontare la vita, di tentare di risolvere piccoli e grandi problemi. E’ un momento importante delle nostre storie individuali che - come in questa occasione - si trasforma in occasione di vanto per l’intera comunità. I meriti restano tutti di Serenella e sono indivisibili, se non con papà Carlo e mamma Luisa Pagano. Ha pagato l’essere stata in Italia tra le prime a praticare l’ecocritica, originale interpretazione della critica letteraria nata sul finire degli anni ’80. La definizione è sua: «E’ la risposta alla consapevolezza sempre più diffusa della crisi ecologica. Di fronte a un pianeta minacciato, la preoccupazione principale era riportare l’attenzione a come la vita naturale e la cura dell’ambiente fossero presenti nella letteratura».
Serenella nell’opera premiata si occupa di questo tema, puntando «sui conflitti per le risorse e la giustizia sociale, sul modo in cui l’ambiente si lega alle questioni di genere, di violenza e potere, sulle catastrofi ambientali, e sul nostro rapporto con gli animali non umani, i cyborg, gli alieni, e tutte le espressioni della vita “altra” dall’umano». In queste parole, tratte da una recente intervista pubblicata sulla rete, non vi pare di riconoscere un po’ la nostra Torre Annunziata?