Un uomo dalla mente lucidissima, nonostante i suoi 89 anni. Ma, innanzitutto, una vera e propria memoria storica del movimento operaio e comunista a Torre Annunziata. Questo è oggi il "giovane" Angelo Abenante, nostro concittadino, che ha ricoperto nel corso della sua vita tanti diversi incarichi: dirigente del P.C.I., sindacalista della CGIL, presidente regionale della Lega delle Cooperative, consigliere comunale, provinciale, deputato e senatore.
E anche scrittore, autore di libri tra i quali ricordiamo: Maccaronari, Gino Alfani, Per la libertà, Biagio Bonzano.
E' ritornato nella sua città natale, a Palazzo Criscuolo, per incontrare vecchi amici e compagni ma, soprattutto, per ripercorrere la storia di Torre Annunziata a cavallo tra l'Ottocento e il Novecento: dall'epoca gloriosa dei pastifici ai primi insediamenti industriali, dalla crisi di questi due settori portanti della nostra economia alla tragica presenza della camorra.
«La malavita a Torre Annunziata - ha affermato Abenante - era già presente all'inizio del secolo scorso, quando addirittura alcuni padroni di pastifici si facevano accompagnare, come guardie del corpo, da guappi con la pistola».
Ha poi ricordato le lotte di pastai e operai delle industrie per avere condizioni di lavoro più umane e paghe più dignitose. «I momenti drammatici dello scoppio dei carri nel 1946 - ha continuato il senatore -, con i tanti morti, feriti ed invalidi e la distruzione di migliaia di case, e quelli dell'attentato a Togliatti nel 1948, quando ci furono forti manifestazioni con arresti e latitanti, li ho vissuti con grande dolore, così come sono stati momenti di gioia l'arrivo degli Alleati a Torre Annunziata nel 1943, la maggioranza data dai torresi al referendum per la Repubblica nel 1946, l'unica città della provincia di Napoli con Ponticelli, l'elezione del sindaco comunista Pasquale Monaco nel 1947».
Particolarmente significativo è stato l'omaggio reso al suo leale avversario politico Luigi Lettieri. «Lui democristiano, io comunista, ma insieme abbiamo combattuto per il riscatto di Torre Annunziata e per il lavoro, ottenendo a Roma, lui sindaco della D.C. ed io segretario della Camera del Lavoro, l'insediamento a Torre Annunziata della Dalmine e della Lepetit (ora Novartis, ndr), oltre ad investimenti per altre imprese locali».
E' intervenuto nel dibattito anche Lello Ricciardi, capogruppo del PD in Consiglio comunale, il quale ha ricordato di aver conosciuto Angelo Abenante quando era già parlamentare, rimanendo stupìto, lui giovanissimo, dei discorsi "eretici" di quel comunista a volte in controtendenza con l'apparato del PCI.
Il sindaco Giosuè Starita ha sottolineato l'importanza dell'incontro a Palazzo Criscuolo, trasformata in sede museale e culturale, ed ha portato un suo contributo storico, citando una lettera del 1908, quando a Torre Annunziata approdavano 400 piroscafi e 1000 velieri per portare grano e spedire pasta ma, allora, c'era già la presenza di duemila delinquenti abituali, quindi il fenomeno della malavita, come detto anche da Abenante, va fatto risalire ad oltre un secolo fa nella nostra città.
Gianfranco Nappi, già parlamentare del nostro collegio elettorale, ha menzionato i momenti entusiasmanti vissuti a Torre Annunziata a contatto con i cittadini. Ha poi sottolineato l'operato di Abenante non solo per le sue cariche politiche, sindacali ed istituzionali ma anche per il suo ruolo di saggista, affermando che il suo libro "Maccaronari" sarà esposto alla Città della Scienza, di cui si sta occupando per rilanciarla.
«La scrittrice Maria Orsini con il suo romanzo Francesca e Nunziata ha fotografato magnificamente il mondo dell'arte bianca - ha concluso Nappi - e ci ha fatto comprendere l'importanza della riscoperta delle nostre radici, che non sono solo un semplice amarcord ma rappresentano la base di partenza per il nostro futuro».
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