La mostra sui tesori di Oplontis rischia un ulteriore slittamento. A pochi giorni dalla sua (prevista) inaugurazione a Palazzo Criscuolo, fissata al 30 novembre prossimo, l’assessore alla Cultura del Comune di Torre Annunziata, Antonio Irlando, parla di un possibile rinvio. L’ennesimo, dal momento che in un primo tempo la mostra avrebbe dovuto svolgersi a partire dal 19 ottobre, in concomitanza con i festeggiamenti in onore della Madonna della Neve.
«Il progetto è stato finanziato (220 mila euro, di cui 30 mila rivenienti dalle casse comunali ed il resto stanziato dalla Regione Campania, ndr), i soldi ci sono - spiega -.Tuttavia, restano da sbrigare alcune incombenze burocratiche legate soprattutto all’adeguamento strutturale della sede comunale che ospiterà l’evento».
In pratica, a rallentare l’iter sarebbero proprio i lavori di riqualificazione all’interno di Palazzo Criscuolo, che presenta molte aree fatiscenti, con intonaci distaccati in più punti, perdite d’acqua, muri ammuffiti. A ciò si aggiunge la necessità di dover installare l’ascensore per consentire anche alle persone anziane e ai disabili di poter visitare la mostra. Il “museo”, infatti, sarà allestito su entrambi i piani della Casa comunale.
«Si tratta di interventi - continua l’assessore Irlando - che richiedono procedure più complesse, come le gare d’appalto, e per i quali sono previsti gli stanziamenti più corposi. Naturalmente, occorre tempo per ottemperare a tutte le prescrizioni previste dalla legge e per tale motivo siamo ancora incerti sulla data di avvio della mostra. Io, in prima persona, e l’Amministrazione stiamo lavorando alacremente per assicurare l’apertura nei tempi previsti. Se ciò non dovesse accadere, allora faremo slittare l’inizio della mostra. Una cosa è certa - dichiara Irlando -, la mostra si farà».
Una vicenda alquanto paradossale, considerando che i lavori di ristrutturazione di Palazzo Criscuolo sono inziati nel 2003 e conclusi nel 2008, ovvero appena sette anni fa. Oggi, però, c’è bisogno di ulteriori interventi di ripristino, senza i quali la mostra non potrà avere luogo.
«La maggior parte delle gare relative alla mostra sono state espletate - continua Irlando -, ed abbiamo già scelto la ditta che dovrà occuparsi del trasferimento dei famosi Ori dal caveu della banca in cui sono custoditi. Il problema è che una cosa sono le procedure inerenti la mostra, per le quali siamo a buon punto, un’altra quelle riguardanti la ristrutturazione di Palazzo Criscuolo».
Oltre agli Ori, ritrovati nella Villa B, quella di Lucius Crassius Tertius, il “museo” accoglierà anche reperti mai visti prima d’ora rivenienti dal complesso archeologico di via Sepolcri. Il corredo marmoreo che circondava i giardini e la piscina della più famosa Villa A, conosciuta come Villa di Poppea Sabina, centauresse, busti marmorei, in gergo si chiamano erme, e crateri, ovvero grossi vasi con raffigurazioni in bassorilievo, la Nike, la Venere in bikini, lucerne, anfore e miniature. Tra le sculture in marmo, il pezzo più pregiato è senza dubbio il Fanciullo con l’Oca.
L’attività promozionale prevede tutta una serie di collaborazioni con le scuole superiori cittadine, che saranno coinvolte di volta in volta per tutto l’arco dell’esposizione.
Il Comune poi impiegherà anche i tirocinanti di “Garanzia Giovani”, che forniranno supporto ed assistenza alla squadra comunale e della Soprintendenza.
Per quanto attiene al costo dei biglietti di ingresso, l’assessore Irlando prospetta un prezzo “simbolico” di 3 euro. «Dobbiamo, però, ancora vagliare bene la questione», sottolinea il delegato alla Cultura. Prevista l’apertura dalle ore 9 alle 15.30 e, in alcuni giorni, fino alle 18. Potrebbero essere stabilite aperture straordinarie serali.
Infine, Irlando annuncia la possibile riapertura della Rampa Internazionale, il sottopasso che collega piazza Nicotera, nelle vicinanze di Palazzo Criscuolo, al mare.
«Stiamo interpellando gli eredi del cine-teatro Moderno affinché mettano in sicurezza i luoghi e consentano di riattivare il passaggio - spiega l’assessore -. Una via di collegamento fondamentale per chi vuole venire a Torre Annunziata con le auto e visitare la mostra, utilizzando i parcheggi disposti sulla darsena dei pescatori. Quello con il mare è un legame strettissimo che ha la nostra città, e lo era già ai tempi degli Antichi Romani. Non a caso, la Villa di Poppea e tutto il sito archeologico di Oplontis affacciava proprio sul golfo di Napoli. Nella mostra ci sarà una sezione dedicata a questo aspetto che chiameremo “A picco sul mare”, con immagini inedite di come poteva essere l’insediamento duemila anni fa e degli scavi recenti che sono stati effettuati dalla Soprtintendenza, che hanno portato - conclude Irlando - a nuove ed eccezionali scoperte».
(da TorreSette del 20 novembre 2015)