Oplonti, Torre dell’Annunciata, Torre Annunziata... Ma quanti sanno che la nostra città si è chiamata anche Gioacchinopoli? Era il 19 febbraio 1810, quando Gioacchino Murat, Re di Napoli, cognato di Napoleone Bonaparte per averne sposato la sorella minore Carolina, firmò il decreto il cui articolo primo recitava così: «Il Comune composto dalla Torre dell’Annunziata e dal Casale di Terravecchia è autorizzato a non portare più da oggi innanzi le anzidette antiche denominazioni, a prendere il nome di Gioacchinopoli e ad ergere un monumento con un'iscrizione che perpetui la memoria della loro riunione e del cambiamento del nome».
Ma cosa c’entra Terravecchia? Era una parte del territorio del comune di Boscotrecase che comprendeva l'area racchiusa tra Corso Garibaldi (il vico di San Gennaro) e poco oltre via Vesuvio, dal confine a nord di Torre Annunziata per poi ridiscendere verso il mare e comprendeva anche la chiesa dello Spirito Santo. Gli abitanti di quel casale, pur appartenendo giuridicamente al comune vesuviano, si sentivano più legati socialmente ed economicamente al nostro. Anche per motivi fiscali, infatti quando venivano a lavorare a Torre Annunziata e vi acquistavano qualcosa dovevano pagare il dazio sulle merci nel momento in cui riattraversavano il confine, pur risiedendo a poche decine di metri! Gioacchino Murat, allora, eliminò questo inconveniente e, con il decreto del 23 dicembre 1809, unificò questo territorio con il nostro. In quell’atto, notificato il 5 gennaio 1810 al Comune, all’articolo primo, era scritto così: «S’intende diviso in perpetuo il quartiere di Terravecchia da Boscotrecase, riunito alla Torre dell’Annunziata».
Ritornando a Gioacchinopoli, in nessun documento troviamo la data esatta di cessazione di questo nome per assumere quello di Torre Annunziata. Allora abbiamo fatto personalmente questa ricerca all'archivio storico di Torre Annunziata e verificato che il nome Gioacchinopoli è rimasto negli atti di nascita fino al 31 maggio del 1815. Una curiosità al riguardo: l'allora sindaco Leonardo Savastano in quel giorno scrive “Comune di Gioacchinopoli” e il giorno seguente, il primo giugno, “Comune di Torre Annunziata”! Così come il 19 febbraio 1810 era sindaco Domenicantonio Savastano. In quei cinque anni, tre mesi e tredici giorni, Gioacchinopoli ebbe un notevole sviluppo demografico (la popolazione aumentò anche in considerazione dell'annessione di Terravecchia e nel 1812 raggiunse circa novemila abitanti dai quattromila di una quindicina di anni prima), economico ed urbanistico. A tal proposito la strada Regia fu prolungata fino all’attuale via Roma, rifatte e pavimentate molte strade, abbattute le due porte daziarie di Terravecchia e dell’Annunziata, quest’ultima per ampliare via De Simone. Costruiti nuovi edifici e demolite catapecchie e vecchie casette malsane nell’odierno corso Vittorio Emanuele, edificato quasi completamente il quartiere compreso tra le odierne via Oplonti, Murat, corsi Garibaldi e Vittorio Emanuele, sviluppato il quartiere tra il Bosco del Monaco e la Fabbrica d’Armi, quest’ultima oggetto di potenziamento nella sua attività. Gioacchinopoli beneficiò anche dell’eliminazione dei diritti feudali che nel 1808 erano stati aboliti dal predecessore di Gioacchino, Giuseppe Bonaparte, fratello maggiore di Napoleone.
Oggi di quel periodo c'è solo il ricordo di una lapide in piazza Nicotera e di una strada nel quartiere che, appunto, viene detto murattiano.