Tutti noi conosciamo la storia ed i film del nostro famoso concittadino Dino De Laurentiis, forse il più grande produttore cinematografico a livello mondiale. Ma cosa sappiamo delle sue origini, della sua famiglia, della sua vita privata e di quando era ragazzo e poi giovane speranza del cinema?
Abbiamo voluto, perciò, approfondire soprattutto questo aspetto della sua vita. Suo padre si chiamava Rosario Pasquale Mario Aurelio e nacque a Torella dei Lombardi, un paesino in provincia di Avellino, il 16 aprile 1881, da Luigi e Celestina De Laurentiis (i genitori erano parenti). Aveva tre fratelli: Alferio, Giuseppe e Beniamino e tre sorelle: Adele, Angelica e Rosa. «La sua casa natale è stata, purtroppo, gravemente danneggiata dal terremoto del 23 novembre 1980 - così afferma il dottor Giuseppe Cipriano, responsabile dei servizi demografici di quel Comune, che abbiamo contattato personalmente - e successivamente è stata abbattuta. Non è stato nemmeno possibile recuperare l’archivio antecedente al 1900, dove era riportato il suo atto di nascita (da nostre ricerche presso l’Anagrafe del comune di Torre Annunziata era il numero 25 di quell’anno, ndr), in quanto la neve che ne ricoprì le macerie, sciogliendosi, bagnò tutto l'incartamento che risultò, perciò, irrecuperabile».
Da giovane Rosario si arruolò nella Real Guardia di Finanza e raggiunse il grado di brigadiere. Successivamente fu assegnato a Torre Annunziata, dove conobbe e sposò Giuseppa Luisa Anastasia Salvatore. Nata nella nostra città il 16 aprile 1886 (lo stesso giorno e mese del marito!), alle ore quattro, nella casa dei genitori in via del Popolo numero 116, da Agostino Salvatore e Raffaela Montella, contrasse matrimonio all’età di 28 anni con Rosario, che ne aveva 33, il 13 agosto 1914 a Torre Annunziata. Ebbero sette figli. La prima fu Celestina Giuseppa (in onore rispettivamente della nonna paterna e della mamma), che nacque il 22 aprile 1915. Poi vennero Luigi Agostino Alfredo ( i primi due nomi erano quelli dei nonni), il 16 febbraio 1917; Agostino Alfredo Alferio (ebbene, sì, il terzo nome del grande Dino era Alferio, quello dello zio paterno!), l’8 agosto 1919; Rosa, il 16 aprile 1922 (lo stesso giorno e mese dei genitori!); Alfredo, il 17 gennaio 1924; Raffaella, il 28 agosto 1928 e Anna, il 12 settembre 1932. Intanto il brigadiere Rosario De Laurentiis, lasciata la divisa, si diede alla professione di pastaio (la moglie aveva un negozio di farine e grano) e aprì, nel 1920, il pastificio “Moderno”, dal numero civico 13 al 23 di via Mazzini, nei pressi della sua abitazione (c'è proprio lì un cartello che lo specifica).
A tal proposito vogliamo raccontare un aneddoto curioso. Il produttore cinematografico Aurelio De Laurentiis, nipote di Dino e figlio del fratello Luigi, nel presentare l’anno scorso il nuovo sponsor “Pasta Garofalo” della Società Sportiva Calcio Napoli (di cui Aurelio è presidente), ha rivendicato orgogliosamente le origini torresi e pastaie della sua famiglia, dicendo queste testuali parole: «Nel mio ufficio, cosa che non aveva fatto né mio zio Dino e né mio padre Luigi, campeggia un bellissimo poster del 1930 con la scritta “Aurelio De Laurentiis, pasta di lusso”».
Dopo tale breve digressione, facciamo un passo indietro, al momento della nascita di Dino De Laurentiis. Il relativo atto attesta che è nato alle ore tre e trenta minuti dell’8 agosto 1919, nella casa dei genitori, al civico 26 di via Mazzini. E quì terminano le nostre ricerche personali, che continuano con un interessante libro di Tullio Kezich e Alessandra Levantesi, dal titolo “Dino De Laurentiis, la vita e i film”, Feltrinelli editore, 2001. Sfogliandolo, leggiamo che Dino solo all’età di cinque anni iniziò a parlare, pronunciando per la prima volta la parola “mamma”. Terminate le scuole elementari, essendo vivace e ribelle, ma con poca voglia di studiare, fu iscritto al collegio dei Salesiani di Castellammare di Stabia. Non sopportando la rigida disciplina di quei religiosi, un giorno Dino scappò e ritornò a piedi a Torre Annunziata, dopo due ore di cammino. Fu perdonato dai genitori che, comunque, lo mandarono a studiare al Convitto Nazionale Vittorio Emanuele di Napoli, ma... fuggì anche da lì! Successivamente andò all'istituto tecnico commerciale Armando Diaz di Napoli ma, insofferente allo studio, dopo qualche anno, chiese al padre di prenderlo a lavorare con lui nel pastificio. A quindici anni già consigliava i clienti sul tipo di pasta da acquistare e sui prezzi. Vista la sua bravura, il padre Rosario gli diede l’incarico di rappresentante, gli consegnò una valigia con il campionario di pasta ( ma anche della più povera “munuzzaglia”, i residui dei vari tipi di pasta) e... un abbonamento ferroviario di seconda classe sulla linea Roma- Reggio Calabria. Dino ebbe successo nelle vendite e con la percentuale che gli diede il padre si dedicò alla bella vita: abiti eleganti, donne, ballo, sport, tra cui l’equitazione (camminava a cavallo per le strade di Torre Annunziata), pesca e nuoto. Ma l’irrequieto Dino, all’età di diciotto anni, di passaggio a Roma, vide un manifesto del Centro Sperimentale di Cinematografia e vi si iscrisse. Successivamente incominciò a frequentare Cinecittà e partecipò come figurante in alcuni film. Nel frattempo, però, il pastificio “Moderno” del padre fallì e chiuse nel 1939. Rosario aprì un forno al Vomero, dove si era trasferito con la famiglia. Dino, invece, dovette partire per militare, all’ingresso dell’Italia in guerra, ma riuscì a restare a Trieste dove, da soldato, organizzava spettacoli per i suoi commilitoni. All’armistizio del 1943, ritornò a casa, si industriò in vario modo, persino vendendo a Capri, ai militari statunitensi di stanza lì, bottigliette di Ginger contenenti... acqua della Grotta Azzurra, ad un dollaro l’una!
Nel 1946 si trasferì definitivamente a Roma, dove richiamò anche la sua famiglia, ed il padre Rosario cambiò di nuovo attività, aprendo un laboratorio fotografico che ebbe anche successo. Intanto Dino aveva conosciuto e sposato, il 16 dicembre 1945, Bianca Maria De Paolis. Il matrimonio era stato celebrato a Torino, dove Dino si trovava perché vi stava producendo il film “Il bandito”, ma durò meno di quattro anni. L’8 luglio 1949 ci fu l’annullamento... e dieci giorni dopo Dino sposò l’attrice Silvana Mangano, conosciuta sul set del film “Riso amaro”. Da lei Dino ha avuto quattro figli: Veronica, il 13 gennaio 1950; Raffaella, il 28 giugno 1952; Federico, il 29 gennaio 1955; e Francesca, il 10 maggio 1961. Purtroppo l’unico maschio, Federico, morirà in un incidente aereo in Alaska il 15 luglio 1981, ad appena 26 anni, e il grande dolore della sua perdita fu seguito, sei anni dopo, dal divorzio tra Dino De Laurentiiis e Silvana Mangano, avvenuto nel 1987 (due anni dopo, il 16 dicembre 1989, Silvana morirà in Spagna, a Madrid, per una grave malattia). Intanto Dino aveva conosciuto anni prima l’americana Martha Schumacher (dalla quale avrà due figlie: Carolyna, il 26 febbraio 1988, e Dina, il 21 settembre 1990), e che sposerà il 7 aprile 1990. Venti anni dopo, il 10 novembre 2010, Dino morirà a Los Angeles. E qui finisce la De Laurentiis Dynasty, che però continua con la moglie Martha che è presidente della Dino De Laurentiis Company, con la figlia Raffaella, produttrice cinematografica, e con il nipote Aurelio (nato a Roma il 24 maggio 1949), che ha continuato anch’egli questa professione sulle orme del padre Luigi,, morto a Roma il 30 marzo 1992 (la madre di Aurelio, Maria Rendina, è scomparsa meno di un anno fa, il 17 novembre 2014).
Aurelio è sposato con la cittadina svizzera Jacqueline Baudit e da lei ha avuto tre figli: Luigi, che continua la tradizione di famiglia di produttore cinematografico, Valentina ed Edoardo. Solo Dino e il fratello Luigi sono nati a Torre Annunziata, ma anche i loro figli e nipoti hanno del sangue torrese nelle vene, e la loro fama e bravura testimonia, ancora una volta, che la nostra città ha dato i natali a tanti personaggi illustri di cui dobbiamo ricordare, sempre, la memoria.
A proposito, un gruppo di cittadini torresi ha presentato una petizione anni fa, al Ministero dello Sviluppo Economico, di cui il primo firmatario è Francesco Lanzetta, per l’emissione di un francobollo commemorativo di Dino De Laurentiis. Sarà accolta? Noi speriamo di sì, per tramandare ai posteri... e far viaggiare in tutto il mondo il nostro grande Dino De Laurentiis.
Una proposta conclusiva. Perché non trasformare la casa natale di Luigi e Dino De Laurentiis in un museo, contattando i proprietari attuali per acquistarla ed acquisirla al patrimonio comunale? Sarebbe una grande opportunità per favorire flussi turistici verso la nostra città, magari in concomitanza con una serie di manifestazioni da dedicare a loro, ai loro film, ai loro ricordi personali e familiari.