A cura della Redazione
I sindacati degli Scavi archeologici vesuviani si sono trasferiti a Roma, nella sede del Ministero dei Beni Culturali e del Turismo, per incontrarne una delegazione. Ufficialmente è allordine del giorno il punto sugli obiettivi raggiunti relativamente ai programmi sui lavori di restauro previsti dal Grande Progetto Pompei. I finanziamenti europei scadono entro la fine di questanno senza il raggiungimento dellobiettivo di spesa dei 105 milioni di euro stanziato dalla UE, anche se il Capo del Governo italiano, Matteo Renzi, ha annunciato una proroga che era da tempo nellaria. La custodia delle case antiche aperte al pubblico e lattività amministrativa e di tutela complessiva dei parchi archeologici vesuviani rientrano nelle specifiche competenze del personale in servizio presso la Soprintendenza di Pompei, Ercolano e Stabia. Il motivo sottaciuto dal tema dellincontro, che ha spinto i sindacalisti a recarsi nella sede ministeriale in questa vigilia di festività natalizie, riguarda però la mancanza di condivisione dellattuale sistema di gestione del personale, e nello specifico le nuove assunzioni. La tesi del sindacato locale è che la direzione del Ministero lo ha completamente esautorato dalla funzione preminente relativamente al sistema delle assunzioni, dal momento che è stato affidato alla società Ales (società in house del Ministero) il compito di riempire i buchi che man mano si formano nellorganico del personale in concomitanza dei progressivi pensionamenti, considerato anche che si tratta (nel caso di Pompei ed aree limitrofe) di un personale che ha età media superiore ai 50 anni. Le assunzioni a cui il Ministero di Dario Franceschini sta facendo fronte attraverso lAles pervengono proprio oggi ad una fase di ricambio perché scade il contratto dei 30 custodi (sui 57 dipendenti assunti in via temporanea) che saranno sostituiti da nuovi assunti, sempre a tempo determinato, scelti sulla base di un bando che è stato molto contestato dalle organizzazioni sindacali per le sue modalità che, a loro dire, sarebbero poco trasparenti.
MARIO CARDONE
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