A cura della Redazione
Una Pasqua da record nei siti archeologici vesuviani. Dati sul flusso dei visitatori che confermano il trend positivo, in questa stagione, del turismo campano. Ristoranti, bar, banchi pubblici di vendita di souvenir, chioschi e guide turistiche hanno fatto affari doro tra Pasqua e Lunedì in Albis. Nel sito di Pompei le presenze sono aumentate (tra paganti e non paganti) da 17.236 a 27.462 (rapportate allo scorso anno). Un incremento della stessa portata ha riguardato anche Ercolano, Oplonti e Boscoreale, anche se i numeri assoluti sono ovviamente molto più bassi rispetto a quelli di Pompei, dove la curiosità e larcheologia viaggia in parallelo col mito. Un effetto trascinamento, questanno, sarà stato probabilmente indotto dallimprovvisata della Cancelliera tedesca Angela Merkel, notoriamente frequentatrice assidua del nostro territorio. Il fatto è che, a parte il turismo straniero, che decolla con i grandi numeri di visitatori delle crociere durante i mesi estivi, gli italiani hanno preso labitudine di venire numerosi a Pompei, per una gita fuori porta, nella prima festa di primavera. Altro dato di rilievo, che incide sui dati statistici delle presenze di Pasqua 2014 a Pompei, è stata la pubblicità indotta dellapertura di tre domus, restaurate proprio in previsione del periodo delle feste pasquali, dal ministro dei Beni Culturali ed il Turismo, Dario Franceschini, che ha visitato personalmente Pompei per inaugurare lapertura al pubblico delle case di Marco Lucrezio Frontone, Romolo e Remo e di Trittolemo, A tutto ciò si aggiunge il dato di fatto che per le gite scolastiche Pompei è diventata una meta classica, ambita e richiesta dai tour operator internazionali del settore. Alla fine cè una sola conclusione da fare: i famosi crolli delle mura antiche e le polemiche interminabili sui restauri che tardano a partire ed hanno richiesto strutture burocratiche aggiuntive alla soprintendenza archeologica (mentre continuano a mancare i custodi e gli operai), creano una risonanza tale nellinformazione che più che danneggiare spingono il turismo. Forse perché c´è la curiosità di vedere di persona cosa è accaduto veramente a Pompei dal crollo della Schola Armaturarum in poi, prima che sia troppo tardi.
MARIO CARDONE
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