A cura della Redazione
Emozione, coraggio e passione. E quanto sono riusciti a trasmettere gli studenti del liceo Pitagora rappresentando Medea di Euripide. Il laboratorio teatrale dellistituto torrese intitolato ad Anita Sorrentino, ogni anno sorprende sempre di più lo spettatore. E non solo per la scelta dei testi, dallimpatto certamente non popolare, ma soprattutto per la sagacia e limpegno profusi nella ricerca e nellallestimento dei lavori. Gli autentici protagonisti sono solo i ragazzi. La loro costante applicazione - sostiene il direttore del laboratorio prof. Antonio Borriello - ha consentito unacquisizione intensa del mezzo recitativo. La capacità ad entrare in profondità nel pensiero del drammaturgo favorisce il dialogo, la riflessione oltre ad arricchire se stessi. Il dirigente scolastico Maria Ortello sottolinea i contenuti culturali, didattici e formativi dellattività teatrale. Non è facile per questi studenti rappresentare testi così lontani dal loro modo di essere e dalleffimero del loro quotidiano. Il risultato finale è semplicemente eccellente - afferma la preside del Pitagora - se ci soffermiamo a valutare questo non trascurabile aspetto. Dopo aver attinto dal repertorio di Beckett e Shakespeare, la scelta della rappresentazione di questanno è caduta sulla tragedia per eccellenza di Euripide, Medea. Un allestimento notevole dallo spessore artistico eccezionale, sia nel complesso recitativo della compagnia che nelle espressioni interpretative dei singoli. La sobria regia di Borriello ha favorito una messinscena completa, ricca e sapientemente teatrale. Rendere leggibile una tragedia greca scritta nel 431 a.C., resta unautentica impresa anche per attori professionisti. I ragazzi del Pitagora sono riusciti ad ipnotizzare il pubblico coinvolgendolo emotivamente come forse mai era accaduto in passato. Il lunghissimo e caloroso applauso finale accredita questa convinzione. Medea è stata rappresentata al teatro San Francesco di Paola, recentemente ristrutturato grazie allimpegno di monsignor Raffaele Russo. Il rettore della Basilica Maria SS. della Neve ha ringraziato la preside Ortello per aver accolto il suo invito ad utilizzare una struttura che sorge in una zona della città dal quotidiano complesso e difficile.
Quando abbiamo pensato di ristrutturare il teatro - ha ricordato mons. Russo - non ci siamo lasciati condizionare dalla sua ubicazione. Anzi. Ci ha spinto la consapevolezza che solo attraverso la promozione della attività di ricerca, possiamo contribuire ad accrescere le speranze di riequilibrare il tasso di civiltà a Torre. E il nostro territorio ha bisogno di iniezioni di cultura come quelle inoculate dal liceo Pitagora.
GIUSEPPE CHERVINO