È stato scelto un luogo simbolo per le donne per dare il via al progetto “Sbricioliamo la violenza”: si tratta di piazza Luigi Palomba, intitolata dall'amministrazione alle donne lo scorso 8 marzo con una targa dove è scritto: “La forza delle donne, la forza di esserci”.
Prenderà il via qui, su specifica volontà dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco Ciro Borriello e su iniziativa del vicesindaco con delega alle Pari Opportunità, Romina Stilo, la manifestazione promossa dal Centro Antiviolenza di viale Sardegna destinata nelle prossime settimane a toccare le principali arterie cittadine.
Si parte domenica 30 ottobre, quando il “Centro Antiviolenza itinerante” sosterà nella piazza di recente oggetto di importanti lavori di riqualificazione nell'ambito del programma Più Europa. Qui i volontari distribuiranno alle donne presenti pane imbustato con la scritta “Per troppe donne la violenza è pane quotidiano”. Questa la frase scelta per fare passare il messaggio principale dell'iniziativa.
«Puntiamo - spiega il vicesindaco Stilo - a creare tra le donne vittime di violenza che ancora vivono nel silenzio, la consapevolezza che è giusto denunciare. Sempre».
A guidare gli addetti del Centro Antiviolenza sarà la coordinatrice Rosaria Dell'Aversana, della cooperativa Domi. A loro sarà demandato il compito di dialogare con le donne presenti e spiegare loro le funzioni del Centro. Una struttura premiata di recente dalla Regione con un ulteriore finanziamento di 24mila euro che permetterà al Comune di portare avanti le attività in viale Sardegna per altri sei mesi rispetto alla scadenza inizialmente prevista del 6 febbraio 2017.
«A dimostrazione dell'eccellente lavoro svolto - afferma il sindaco Borriello - dai responsabili del Centro Antiviolenza, che in questi mesi hanno accolto diverse donne vittime di vsoprusi e pronte finalmente a raccontare quanto subito».
Il progetto “Sbricioliamo la violenza” punta non solo a far conoscere il lavoro svolto dal Centro Antiviolenza ma anche ad avvicinare le responsabili alle donne che ancora faticano a raccontare le violenze subite in ambito privato.
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