Su una parete di Palazzo De Fusco, sede dell’amministrazione comunale di Pompei, sarà realizzato un murale di Bartolo Longo in occasione dello Street Art Festival, che dal 27 giugno al 3 luglio animerà le giornate della città mariana, Un appuntamento, quello promosso dall'Amministrazione comunale guidata dal sindaco Carmine Lo Sapio, ideato dall'artista Nello Petrucci e realizzato da Art and Change, con la collaborazione del Parco Archeologico di Pompei.
Ma c’è chi critica la decisione dell’Amministrazione di dipingere una parete di un palazzo storico qual è quello della contessa De Fusco.
“Per l'amministrazione comunale di Pompei le pareti di un palazzo storico, come la Casa Comunale, la storica residenza della contessa De Fusco, poi sposa del Beato Bartolo Longo, sono pareti anonime e magari prive di storia – afferma l’avvocato Domenico Di Casola, consigliere comunale di opposizione -.
In realtà è uno sfregio alla cultura, al rispetto delle regole, una offesa alla Città...
La verità è che oramai Pompei non ha più pareti anonime e, quindi, si interviene illegalmente sulle pareti di un palazzo storico per giustificare lo sperpero di 350mila euro per lo "Street art Festival", in una Città che vive di luce propria... Non è questo il modo di sprecare risorse pubbliche, quando tra i nostri giovani abbiamo potenzialità enormi e vengono quasi sempre messi da parte.
Le spese per questi progetti in corso non servono alla città e ai giovani, ma pare servano a mantenere in vita questa amministrazione!
In più, ciò che quest'anno la direzione dello Street Art sta ponendo in essere – continua Di Casola - non è il linea con il messaggio del ministro del Turismo, che ha dichiarato quanto segue:
«La street art ha assunto un ruolo di rilievo nella società moderna, trasformando pareti anonime in vere e proprie opere d’arte, può quindi aggiungere a Pompei – destinazione già popolare grazie al suo patrimonio archeologico unico – un elemento contemporaneo e moderno all’esperienza dei visitatori».
Palazzo De Fusco è un palazzo anonimo? - conclude il consigliere -. Imparate la storia, studiate, imparate il rispetto delle regole e, dopo, vi proponete come organizzatori di eventi culturali, atteso che, oggi, il vostro costituisce un attentato alla cultura e alla storia di Pompei”.