L’intrusione di un clochard nell’area archeologica di Pompei di una settimana fa, ha evidenziato una falla nel sistema di sicurezza del Parco Archeologico. La conseguenza è stata la richiesta di un’inchiesta da parte delle organizzazioni sindacali di Cisl, Flp e Unsa. Lo scopo dei sindacati, rappresentati da Antonio Pepe (Cisl), Nicola Mascolo (FLP), e Michele Cartagine (Unsa), è di mettere in luce le criticità e le eventuali responsabilità connesse al disservizio, il quale, anche se non ha procurato danni al sito archeologico, ha causato un danno alla struttura e al personale che vi lavora.
Le Organizzazioni Sindacali pertanto ritengono necessario individuare le inefficienze del sistema di videosorveglianza, considerato che l’area che va da Porta Stabia al Quadriportico dei Teatri è sotto monitoraggio di numerose telecamere, costate complessivamente circa 3 milioni di euro.
Tra l’altro, è fondamentale che il dirigente identifichi i responsabili della diffusione esterna del video registrato dalle telecamere la sera dell’intrusione del clochard ritrovato a dormire nei bagni del Quadriportico dei Teatri.
Ne consegue che le OO. SS, al fine di garantire la sicurezza del Parco Archeologico di Pompei allo scopo di risolvere le criticità suddette, hanno posto all’Amministrazione dell’Ente archeologico una sueie di questi. Innanzitutto chiedono di sapere i motivi che hanno impedito la segnalazione del clochard. Quali sono i dipendenti dell’amministrazione Mibact, oltre al personale di Sala Regia, abilitati alla visione delle telecamere di videosorveglianza. Inoltre, se ci sono soggetti abilitati a prendere visione dei filmati delle telecamere di videosorveglianza con collegamento anche da remoto. Quali le ragioni che hanno indotto l’Amministrazione Mibact a sostituire il precedente impianto di videosorveglianza. Infine, se il nuovo sistema di videosorveglianza è stato sottoposto ad opportuno collaudo per verificarne l’efficienza e il funzionamento.