A cura della Redazione

Pubblichiamo, qui di seguito, la nota del candidato sindaco di Pompei, avvocato Domenico Di Casola comprendente i punti programmatici salienti per fare di Pompei una città internazionale:

"Pompei per l’unicità del suo patrimonio archeologico e religioso può ritenersi una Capitale culturale. La vera sfida è trasformare Pompei da una semplice città di provincia in una città internazionale all'altezza delle sue potenzialità. Solo attraverso una corretta pianificazione culturale e urbanistica possiamo restituire dignità alla nostra Pompei.

La programmazione deve essere alla base della nostra amministrazione: non si può essere impreparati sui tavoli tecnici relativi alle grandi opere che interessano il nostro territorio, occorrono team di seri professionisti che facciano la giusta sintesi tra le esigenze della cittadinanza e i tavoli tecnici. Inoltre, la città non può essere solo luogo destinatario di progetti regionali e nazionali, ma deve anche essere protagonista di una propria progettualità. Tra i progetti che si intendono perseguire vi è la riqualificazione dell’area nord di Pompei, in particolare la realizzazione del parco naturalistico-archeologico all'interno del quale è prevista anche l’apertura di “Porta Vesuvio” (località Civita Giuliana). L’apertura di un nuovo accesso agli scavi, l’offerta di nuovi servizi turistici e la riqualificazione urbana della periferia nord di Pompei consentirà lo sviluppo economico di un’area della città attualmente esclusa dall'economia turistica.

La parte Sud di Pompei, invece, deve partire dalla bonifica del fiume Sarno, su questo tema la prossima amministrazione, oltre alla riqualificazione urbana delle aree adiacenti, si impegnerà a costituire una rete dei comuni interessati per stimolare la Regione Campania a mettere in campo una progettualità di cui si parla da tempo. Il tutto deve far parte di una più ampia progettualità:

• la riqualificazione urbana del centro cittadino e delle periferie;

• l’abbattimento di barriere architettoniche e l’istituzione di un centro cittadino per l’assistenza alla disabilità;

• l’utilizzo delle tecnologie ICT per rendere Pompei una smart city;

• il recupero di alcuni immobili comunali oggi in stato di abbandono per uso culturale, associativo e di pubblica sicurezza;

• la riqualificazione delle strutture scolastiche;

• l’istituzione di un’area espositiva per la realizzazione di grandi mostre di natura artistica e archeologica;

• l’istituzione di un’isola pedonale del centro cittadino che ne consenta la fruizione da parte delle famiglie, dei giovani e dei turisti;

• la programmazione di eventi di alto spessore culturale;

• l’istituzione di strutture per l’assistenza ai turisti;

• l’istituzione di un centro di ricerca internazionale nell'ambito turistico e archeologico per assistere e soddisfare le esigenze di ricercatori e professionisti interessati allo studio del nostro territorio;

• servizi di supporto agli studenti universitari;

• la riapertura del campo sportivo “Vittorio Bellucci”, realizzazione e inaugurazione del nuovo palazzetto dello sport;

• la creazione di un centro polifunzionale per attività sociali e culturali.

Una opportuna pianificazione delle risorse turistiche e culturali del nostro territorio sarà il volano per rilanciare l’economia della città e di conseguenza la qualità della vita dei nostri cittadini. Questo non è il solito “libro dei sogni”, scritto in occasione di una imprevista ed inaspettata campagna elettorale. Questa è una nuova sfida da vincere insieme. Parlo di progetti, studi, risorse di cui si discute da tempo. Ora, però, occorre una amministrazione comunale che abbia una visione internazionale della nostra città, capace di concretizzare ed assumersi il sacrificio e la responsabilità di un lavoro immane da compiere per il solo bene dell’intera collettività. Pompei per divenire una grande città ha bisogno di una politica che sia pronta ad accogliere gli aspetti innovativi della società in cui viviamo. A tal fine bisogna accantonare un certo modo di amministrare, basato prevalentemente sul clientelismo e su dinamiche “provinciali”. È arrivato il turno di una economia diffusa, dello sviluppo e dei giovani".