A capo di dieci liste civiche Domenico Di Casola scende ufficialmente in campo, a Pompei, per la poltrona di sindaco della città del Parco Archeoilogico e del Santuario della Vergine del Rosario.
Un discorso lungo ed articolato, il suo, tenuto nel giardino dell’Hotel Forum, che di fatto ha già avviato quelli che saranno i temi principali della campagna elettorale della calda estate 2020: 1) apertura ai giovani; 2) denuncia della doppia responsabilità politica di Lo Sapio (regia del fallimento amministrativo e scarico delle sue responsabilità su Amitrano e dirigenti del Comune di Pompei); la presa di distanza dal segretario cittadino Lo Sapio da parte del Partito Democratico, che gli ha tolto il simbolo.
Alla fine, dalle parole dello stesso Di Casola, si evince che potrebbero esserci ancora ripensamenti riguardo ai candidati nelle liste civiche perché ha parlato ripetutamente di “indecisi intenti a consultare il pallottoliere”, mentre la stessa presenza di Pietro Amitrano all’Hotel Forum (oramai dato per candidato alla Regione nelle liste del Partito Democratico) assume una valenza politica significativa che suona come una bacchettata per “il regista” del suo “licenziamento” da sindaco di Pompei.
Riguardo al programma elettorale Di Casola ha toccato molti punti ma appare significativo il suo richiamo della mancanza di strisce pedonali, a Pompei, un modo indiretto per dire che in una città conosciuta in tutto il mondo per la sua importanza archeologica sarà necessario partire da provvedimenti amministrativi da terzo mondo.
Lasciateci infine fare un riferimento alla “irruzione” nella campagna elettorale di due filmati significativi del commissario prefettizio Santi Giuffré: “Riflettete pompeiani, riflettete”. Il primo filmato si riferisce allo “scandalo” della mancanza di risorse per pagare i turni dei vigili urbani. Il secondo, alle spese enormi sostenute per pagare gli onorari di avvocati, sempre gli stessi, incaricati dal comune di Pompei.
Secondo voi a chi si riferiva il commissario prefettizio Santi Giuffré?