Dopo il caso dell’avvocato Domenico Di Casola, che ha comunicato ai concittadini, quando le liste non sono state ancora formate, la sua intenzione di partecipare come candidato a sindaco di Pompei, è sceso in campo in questi ultimi giorni, con la stessa inedita prassi, un secondo candidato, l’architetto Giovanni Vangone, con tanto di staff, segreteria personale, addetto stampa e sede elettorale nel salottino di rappresentanza dell’Hotel Amleto, in pieno centro storico di Pompei.
Qualche cosa del genere potrebbe avvenire prossimamente anche nel Movimento 5Stelle (nel senso di un professionista che scende in campo a sorpresa), anche se il movimento pentastellato si muove sempre autonomamente (sul piano elettorale) ed ha una prassi procedurale interna diversa dalle altre forze politiche.
In sintesi ciò che accomuna le due (o tre) nuove sortite elettorali è la convinzione da parte degli “aspiranti” dell’aver maturato abbastanza esperienza per essere in grado di mettere mano ad un progetto di rilancio della città di Pompei, allo scopo di farla finalmente emergere dal degrado in cui è piombata almeno da una ventina d’anni, anche se qualche “bagliore” si è recentemente visto grazie all’iniziativa di un ceto imprenditoriale giovanile che si sta dimostrando migliore di quello politico, ancora dominato da ras locali e distributori di “favoretti” in cambio di consenso elettorale.