“Io speriamo che me la cavo”. E’ la filosofia di vita che ispira il ceto turistico pompeiano, abituato a fare i conti periodicamente con crisi economiche di varia natura ed a scorciarsi le maniche ad ogni occasione per trovare le soluzioni migliori per superarle.
“Lasciando le luci accese e senza licenziare il personale”. La “battuta” è di Rosario Africano, il quale ha spiegato che seppur il mese di marzo subisce statisticamente un rallentamento delle visite turistiche agli Scavi di Pompei, è anche vero che marzo è il mese in cui cominciano le gite scolastiche, ora abolite a livello nazionale e annullate praticamente in tutti i Paesi del mondo. Africano, vicepresidente dell’Adap, in relazione alle misure urgenti disposte dalla direzione del Parco Archeologico di Pompei, che per l’emergenza COVID 19, ha disposto la chiusura del Lupanare, delle Terme del Foro, della sezione femminile delle Terme Stabiane e degli ambienti termali dei praedia di Giulia Felice, si è detto comprensivo dell’esigenza di adottare misure idonee a tutelare la salute dei turisti e degli operatori turistici contro il pericolo di contagio. Il fatto è che le prospettive immediate non sono positive, però chi fa il mestiere dell’albergatore da anni è abituato ad affrontare le emergenze, con un atteggiamento di serena collaborazione preparandosi per i tempi migliori. “E’ già un fatto positivo che non abbiano chiuso il parco Archeologico come è stato fatto per altri musei della Zona Rossa d’Italia”. E’ stata la considerazione di Africano che di epidemie e crisi internazionali di ogni genere ne ha superata più di una nella sua vita di albergatore e ristoratore, abituato a vivere aziendalmente in sintonia con l’archeologia pompeiana.
Sulla stessa lunghezza d’onda Francesco Di Martino, giovane imprenditore dell’archeo-ristorazione che ha fatto di necessità virtù, organizzando nel suo ristorante a due passi dagli Scavi di Pompei la cena monotematica “Coronavirus non farti influenzare”. L’iniziativa prevede la partecipazione della dottoressa Annarita Sullo, specialista delle malattie infettive dell’Ospedale Umberto I di Nocera Inferiore, e il dottor Andrea Inserra, medicina interna Ospedale di Scafati. Di Martino ha avuto la trovata creativa di proporre i suoi “antichi sapori” per “esorcizzare” il presente che nel suo settore al momento annuncia un preoccupante allarme economico tanto che tutta la categoria degli operatori turistici sta pensando di chiedere un incontro in Municipio con il commissario prefettizio.
“In un mese ho avuto circa quattrocento disdette nella mia struttura ricettiva”, spiega De Martino, che oltre al ristorante esperienziale della cucina dell’Antica Pompei gestisce, a poca distanza dagli Scavi, una piccola struttura d’accoglienza turistica residenziale.