E’ enorme la letteratura che racconta l’influenza che il mistero di Pompei, sospesa nel tempo tra la vita e la morte, ha avuto in tre secoli di storia moderna sulle più svariate correnti artistiche.
La novità della redazione di un disco che intende rappresentare in quattro brani musicali, realizzati con ispirazioni, tecniche e sensibilità diverse, da quattro autori di musica classica (Flavio Cuccurullo, Antonio Onorato, Nicola Samale e Pericle Odierna) ed incise dall’Artemus Ensemble di Pompei, diretta dal Maestro Antonio Todisco, nel disco prodotto da Satyr Magic Bus production del direttore artistico Nello Petrucci, è di comporre per la prima volta un “treno musicale” che parte dalla Pompei moderna con l’intento di risvegliare gli echi di quella antica.
E’ un espediente taumaturgico per trasmettere nei moderni pompeiani doti e valori degli antenati (ammesso che i pompeiani moderni siano discendenti di quelli antichi). E’ quello che, a quanto pare, si augura lo sesso sindaco Pietro Amitrano che, nella presentazione della notevole iniziativa che promuove l’arte e il futuro giovanile a Pompei, ha ribadito il suo punto di vista nella conclusione del convegno. Dopo l’intervento nel dibattito dei singoli musicisti che hanno spiegato a parole le corde del loro contributo artistico alla realizzazione dell’opera complessiva (anche se la musica, a parer nostro, è meglio ascoltarla e parlarne il meno possibile perché si esalta esclusivamente nel silenzio), Amitrano ha spiegato che gli eventi di Natale non sono solo i mercatini alimentari e le luminarie. Concetti pronunciati davanti al pubblico radunato a Palazzo de Fusco che però, bisogna precisarlo, era formato da artisti e intellettuali di origine, nella maggior parte, non pompeiane.
Una considerazione per il collega giornalista Carlo Manfredi che da ex giocatore di pallone è stato molto bravo a “passare la palla”.