L’elezione in forma unitaria del direttivo del Partito Democratico di Pompei viene vista dai pompeiani che hanno sottoscritto la tessera come una svolta positiva, perché assicura un quadro istituzionale certo di riferimento al maggior partito della città per numero di iscritti oltre che il punto di riferimento istituzionale per l’Amministrazione locale considerato che alle elezioni di due anni e mezzo fa il PD aveva raggiunto il maggior numero di consensi, e tra le altre liste civiche della maggioranza alcune di esse erano palesemente di area di sinistra.
Il dato politico è che è stato eletto in forma unitaria Carmine Lo Sapio, colui che difatti già rappresentava il Partito nei rapporti con l’Amministrazione comunale. Il che si può leggere come fattore di unità rispetto alle posizioni politiche espresse precedentemente, che significa in primis controllo dei costi del servizio di igiene urbana e mantenimento della tassa in essere, nonostante la gara d’appalto abbia fatto registrare l’incremento per un milione di euro l’anno.
Resta il fatto che per la poltrona della segreteria politica cittadina è stato preferito un uomo della vecchia guardia anziché una faccia nuova. “Si spiega con la complessità dell’attuale fase politica”, argomenta il presidente del Partito Democratico Franco Gallo, per il quale in periodi di transizione, come quello attuale per la città di Pompei, vale più il dato dell’esperienza che la necessità di rinnovamento della politica.
Per Gallo anche la flessione del numero degli iscritti (una trentina di tessere in meno rispetto all’anno scorso) è trascurabile considerato che anche a Pompei è stata in parte registrata una fuoriuscita di un 13% degli iscritti passati ad Italia Viva di Renzo.