Una missione archeologica dell’Università di Pisa è stata impegnata durante questa estate in uno scavo motivato da due saggi nei Praedia di Giulia Felice, nell’ambito del progetto denominato appunto “PRAEDIA” che punta a chiarire la funzionalità e il metodo della divisione degli spazi del complesso diviso in un’area residenziale ed una commerciale. Il tutto contornato da un giardino finemente attrezzato con giochi d’acqua e un impianto termale.
Hanno partecipato agli studi conseguenti ai saggi, e relativi rilievi, docenti, tecnici e studenti dell’Università di Pisa e ricercatori dell’IMT di Lucca, sotto la direzione di Marialaura Iadanza (Parco Archeologico di Pompei) e il coordinamento di Anna Anguissola del dipartimento di Civiltà e forme del sapere dell’università di Pisa e Riccardo Olivito (Scuola IMT Lucca).
Il grande complesso edile di Giulia Felice fu creato alla fine del I sec. a.C. con l'accorpamento di precedenti costruzioni.
Fu concepito come una “villa urbana” circondata da aree verdi ed è stato oggetto di grandi interventi di restauro degli affreschi e dei mosaici terminati nel 2016, e che hanno restituito alla casa la sua bellezza originaria. Un’iscrizione della proprietaria dipinta sulla facciata dopo il terremoto del 62 d.C. annuncia la decisione di dare in locazione parte della sua proprietà. Nello stesso anno fu rinnovato l’apparato decorativo della domus con la creazione di un triclinio estivo arredato da una grotta con giochi d’acqua, affacciato su un portico con pilastri marmorei. La struttura della casa ha portato ad alcune recenti conclusioni che le hanno procurato l’appellativo di primo bad & breakfast della storia insieme a considerazioni scientifiche che, come annunciato su Facebook dagli attuali ricercatori impegnati sul sito, sono state in parte riviste mentre ne sono state proposte di nuove sulla base di scoperte nel corso dei saggi.