Un quadretto con due amorini dalla Casa del Principe di Napoli, negli Scavi di Pompei, conferma la consuetudine delle antiche matrone pompeiane di custodire uno scrigno segreto delle vanità.
Un luogo della domus riservato ai simboli dell’universo femminile: ornamenti, utensili per la cura della bellezza e svariati amuleti che propiziavano la fortuna.
La Casa del Principe di Napoli, nella Regio VI, si trova ad appena una decina di metri dalla casa con Giardino (Regio V) dove è stato trovato (tempo fa) - ma solo recentemente presentato alla stampa - il contenuto di un baule di legno e metallo con ambre, cristalli, ametiste, bottoni in osso, fayence, scarabei oltre a gemme, amuleti, bamboline, campanelle, falli, pugni chiusi ed un piccolo teschio.
"Portafortuna tenuti insieme ad oggetti che avevano il potere di scacciare la malasorte”. Ha commentato il direttore generale Massimo Osanna. Sono i simboli dell’immaginario femminile dell’Antica Pompei, influenzato dai costumi, dalle credenze dell’epoca e dal ruolo della donna nell’ambito familiare e nella società pompeiana. La Casa del Principe di Napoli è famosa per un’esedra affrescata che affaccia sul giardino, custodisce un affresco di Bacco e Venere che rappresentano i piaceri della vita: il vino e le donne. Il dio del vino è rappresentato con i suoi attributi: il tirso (bastone contorto sormontato da un’edera) e la tazza. Una tunica è posta sulla sua spalla e si appoggia nell’incavo del gomito. Venere è a piedi, nudi nell’atto di pettinare i suoi lunghi capelli. Indossa una collana, due bracciali e due cavigliere. Il cervo ed il pavone sono le figure principali ma altre piccole creature ed un albero popolano la scena. Tra le due divinità trionfano tre quadretti. Due uccelli con ciliegie e albicocche. Due amorini che rovistano in un baule in cerca di oggetti. Bauli che evidentemente (proprio perché segreti) continuano a suscitare curiosità sul loro contenuto.