Nel Parco Archeologico di Pompei domenica 21 luglio ha avuto luogo la performance conclusiva del Festival d’arte contemporanea “ Volcano Extravaganza 2019” .
La morte quale destino ineluttabile dell’umanità sono la tematica artistica e filosofica che ha avuto nel Parco di Pompei lo scenario privilegiato (ed ineluttabile) che, partendo da Stromboli, si è conclusa nel Parco Archeologico di Pompei nell’ambito di Volcano Extravaganza, Festival di arte contemporanea, curata dal Fiorucci Art Trust, direttore del Milovan Farronato, e l'artista Maria Loboda che si è ispirata ad Appuntamento a Samarra, la parabola sulla morte inevitabile che apparve del Talmud Babilonese nella storia mesopotamica del Sukkah 53°, in cui si racconta del mercante di Bagdad che mandò il suo servo al mercato. Lui al ritorno riferì di aver incontrato la Morte che lo aveva additato. “Presto – gli chiese il servo - prestami il tuo cavallo per andare a Samarra, là dove la Morte non mi troverà’. Il mercante gli prestò il cavallo per scappare. Successivamente anche il padrone si recò al mercato e incontrò la Morte tra la folla. ‘Perché hai fatto un gesto minaccioso al mio servitore stamattina?’, ‘Non era affatto una minaccia’ Rispose la Morte ‘Ma un sussulto di sorpresa per averlo incontrato a Bagdad, perché stasera avevo un appuntamento con lui a Samarra’.
"Per l’edizione del 2019 di Volcano Extravaganza, l’artista leader è Maria Loboda per la quale la parabola è reinterpreta sul concetto di morte come catalizzatore e fedele compagna di ogni momento della nostra vita. Da qualche anno, Volcano Extravaganza si svolge in un fine settimana di luglio; il fatto che performance, interventi e mostre siano concepite e prodotte in situ, e la collaborazione tra gli artisti è una costante del progetto.
Questo anno il festival Volcano Extravaganza è durato quattro giorni ed è iniziato sull’isola di Stromboli (18,19 e 20 luglio ), per concludersi a Pompei (il 21 luglio ). Come il servo nella parabola, i visitatori hanno sperimentato la traslazione tra due luoghi e contesti diversi: da Baghdad a Samarra come da Stromboli a Pompei. Per la durata del festival, entrambi i luoghi, dominati dal vulcano, ospitano una serie di situazioni visive e performative. Seguendo la parabola e l’incontro inevitabile con la morte, il destino che non si completa nell’isola si concluderà sulla terraferma. Ogni intervento artistico può essere percepito o intuito. Essi non sono necessariamente spiegati ma diventano parte della storia. Alcuni performer, come personaggi di una pièce Fin de Siècle, immergono il pubblico nelle loro realtà. Simbolicamente una domanda (Stromboli) e una risposta (Pompei) diventano due luoghi terminali di un giallo esistenziale. I due vulcani, lo Stromboli e il Vesuvio, sono fonti di potere a due facce, da amare e temere.
Domenica 21 luglio gli ospiti si sono trasferiti in aliscafo dal Stromboli a Pompei per la serata della chiusura di Volcano Extravaganza 2019. Prima una passeggiata attraverso Villa dei Misteri in cui i visitatori incontreranno alcuni performer che interpreteranno personaggi ispirati al cinema, al teatro o alla letteratura. Sono figure, avvistate precedentemente a Stromboli che riveleranno a Pompei la loro identità. Il filosofo Federico Campagna illuminerà gli stanti sui concetti di morte e di destino. Alla fine dell’intervento, gli ospiti torneranno sui loro passi, verso la Villa dei Misteri, assistendo alla performance di Prem Sahib, Cruising Pompeii. “La vita come la morte, la grande Storia come le storie – intese come i racconti dei singoli, le leggende, le opere degli artisti o le teorie dei filosofi... – sono la materia stessa di cui è costituita non solo la realtà ma anche il mito di Pompei - ha dichiarato il direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, Massino Osanna -. Sono felice che questa realtà e questo mito sempre contemporanei continuino a svilupparsi anche grazie a progetti come il festival Volcano Extravaganza, la cui artistic leader quest'anno è Maria Loboda. Un ringraziamento a lei e a tutti gli artisti partecipanti, insieme al co-curatore Milovan Farronato".