Il primo cittadino di Pompei, Pietro Amitrano, e la sua amministrazione (segnatamente l’assessore con delega al personale e il dirigente preposto alle relazioni sindacali) sono stati bacchettati dalla magistratura del lavoro per il vizio ricorrente della mancanza d’informativa, partecipazione e trasparenza degli atti pubblici che interessano la popolazione e le varie organizzazioni sociali (comitati, sindacati, associazioni di categoria, ecc.).
Il magistrato del lavoro del tribunale di Torre Annunziata Tommaso Mainenti ha accolto il ricorso delle organizzazioni sindacali CGL, CISL e UIL relativamente alla controversia ex articolo 28 della legge 300 del 1970. In parole povere, il giudice ha sancito l’illegittimità dell’Ordinanza numero 22 del 1 febbraio 2019 del comune di Pompei in ordine alla rimodulazione degli orari di apertura e chiusura del comando della Polizia Locale. E’ stata riconosciuta l’antisindacalità di detto comportamento e quindi l’illegittimità dell’operato dell’Amministrazione comunale, nello specifico il sindaco e il suo vice con delega al personale per il semplice motivo che non si può ritenere espletata la formalità informativa prevista dalla legge con lo scambio di notizie col sindacalista di turno che s’incontra tra le scale di Palazzo de Fusco. E’ d’obbligo una convocazione formale del tavolo nei tempi e nei modi previsti dalla legge. Prassi che dovrebbe essere pane quotidiano a livello istituzionale anche perché ci sono dirigenti e funzionari comunali pagati dai pompeiani per tenere in ordine l’agenda politica. Relativamente al merito della sentenza un solo sindacato (la Cisl) ha fatto circolare il suo commento. Le altre due sigle preferiscono mantenere il riserbo per motivi che non sono chiari.
La Cisl al contrario oltre ad esultare per la sconfitta del Comune annuncia che oltre all’annullamento degli atti unilaterali del Comune e alla mancata convocazione dei sindacati per deliberare sul salario accessorio sarebbe stato ottenuto il ripristino del doppio turno. Decisione che non risulta da accordi recenti e/o da delibere amministrative e pertanto è ferma nelle intenzioni sindacali da verificare con il parere dei revisori dei conti che, come noto, mantengono un’incrollabile linea di fermezza la dotazione finanziaria del fondo salariale per compensi dei turni dei vigili urbani e della reperibilità di tutto il personale.
Alla base delle consistenze pregresse e presenti ci sarebbero motivi e responsabilità che non sono state mai chiarite né dall’amministrazione comunale, né dal Pefetto di Napoli né tantomeno dal ministro dell’Interno Salvini, interrogato a riguardo sei mesi fa dalla senatrice Virginia La Mura.