"Human Remains, Ethics, Conservation, Display": è il primo incontro italiano focalizzato sullo studio dei resti umani come materiale sensibile. Vale a dire si dibatterà sul rispetto che si deve portare agli scheletri quando costituiscono ricerca scientifica. E’ un problema etico multidisciplinare che interessa particolarmente il Parco archeologico di Pompei, dove ci sono reperti più emozionanti che si possono vedere.
Costituiscono la rappresentazione della morte improvvisa, con tutti i sentimenti scolpiti sul corpo delle vittime della tragica eruzione del Vesuvio, che seppellì la città sotto ceneri e lapilli, uccidendo i suoi abitanti con i gas incandescenti.
Fu Giuseppe Fiorelli ad avere l’intuizione di versare della calce negli spazi vuoti che si formavano sotto la cenere solidificata, corrispondenti alla forma dei corpi delle persone seppellite. Ne consegue che bastava riempire con la calce questi vuoti per avere calchi precisi, esposti nel Parco Archeologico di Pompei, molti dei quali all’ingresso di Piazza Anfiteatro.
Ciò perché la morte causata dall’eruzione del Vesuvio fu improvvisa e inevitabile. I calchi (ad esempio le 13 vittime scavate nell’orto dei fuggiaschi) mostrano le persone in fuga, colte nell’attimo della morte.
Il convegno di studio organizzato presso il Parco Archeologico di Pompei il 20 maggio, e il giorno successivo a Napoli, San Marcellino, affronterà problematiche etiche, di conservazione, tutela ed esposizione di reperti che non sono altro che resti (misti a gesso) di persone come noi, vissute duemila anni fa.
La prima giornata di lavori a Pompei sarà dedicata all’introduzione sull'argomento e al commento della documentazione relativa al patrimonio biologico del sito archeologico. Il 21 maggio a Napoli, invece, saranno presentati gli studi su diverse esperienze italiane ed europee.