E’ stato arrestato oggi, dagli uomini della Polizia di Stato di Pompei, A. B., incensurato, originario di Gragnano, a causa del crimine commesso nei confronti di un esercente di Sant’Antonio Abate. L’arresto è stato posto in essere su mandato della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
Riguarda il tentativo di estorsione con metodo mafioso operato nei confronti del titolare di un bar. L'uomo avrebbe cercato di "piazzargli" le sue macchinette slot machine e videopoker facendo indebite pressioni col metodo mafioso. Ha difatti dichiarato all’esercente di essere collegato al clan Cesarano di Pompei, oltre che al clan di Scanzano, nel proporre (anzi imporre) una ditta collegata al clan di Ponte Persica. Pressioni ed interferenze, le sue, tendenti a sconfessare gli accordi commerciali precedenti già posti in essere dalla vittima abatese, che gli agenti hanno potuto provare con intercettazioni ambientali, telefoniche e riprese filmate concludendo brillantemente una spinosa e articolata operazione investigativa.
Il fatto è che aveva fatto valere le sue minacce nei confronti del barista abatese pur sapendo che gli acquisti precedenti di macchinario il titolare del bar li aveva fatti tramite suo zio. Alla fine sono state raccolte prove stringenti delle improprie pressioni che hanno fatto scattare il mandato d'arresto emesso dalla DDA.
Stando alle indagini, onde rafforzare la condotta intimidatoria, l'uomo prospettava alla persona offesa la prossima scarcerazione di un sodale appartenente al clan, operante nella zona confinante di Pompei e Castellammare di Stabia, arrestato proprio a seguito della denuncia proveniente dall’attuale fornitore di slot machine.
L’indagato dopo le formalità di rito è stato associato presso la Casa Circondariale di Napoli-Secondigliano.