"Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano”, recita la più importante preghiera cristiana che si declama durante la messa la domenica sottolineando il rapporto reciproco che lega il padre al figlio (il Celeste come il terreno) in cui il Padre ha l’impegno quotidiano di provvedere al pane, che insieme al vino simboleggia il nutrimento necessario alla famiglia.
Ora su Facebook, nel celebrare oggi la festa del papà, il Parco Archeologico di Pompei pubblica il volto del personaggio pagano che più lo rappresenta: il panettiere Terentius Neo raffigurato in compagnia della moglie su un affresco della casa di Pansa, che in un primo tempo fu “battezzato” come Paquio Proculo che invece era un politico. L’affresco ritrae una coppia pompeiana in cui il capofamiglia sarebbe il panettiere Terentius Neo, come spiega una scritta interna alla domus. Si tratta del gestore del pistrinum (panificio) di via dell'Abbondanza (la via più importante della Pompei antica) che si è fatto ritrarre abbigliato di toga romana allo scopo di testimoniare il prestigio sociale raggiunto. L’uomo stringe nella mano un papiro arrotolato che simboleggia il potere sociale; mentre la donna al suo fianco esibisce una tavoletta cerata simbolo della dedizione all’economia domestica.
Ora, individuare Neo come Pater familias dell’universo pompeiano antico assume valore simbolico trattandosi di un personaggio che provvedeva al pane (e quindi all’alimentazione) di gran parte dei pompeiani. Ne consegue che la sua immagine è un emblema appropriato del "padre di famiglia" del mondo antico. Vale a dire il padrone assoluto del patrimonio della gens (moglie, figli e schiavi) su cui esercitava (all’epoca) la patria potestas.
Col Cristianesimo si è avviato un processo di trasformazione radicale del ruolo di capofamiglia ma nello stesso tempo si è diffusa la preghiera che ha suggellato il suo compito nel provvedere al futuro dei figli.