Una visita di persona alla Casa di Riposo "Borrelli" di Pompei in compagnia con i rappresentanti pompeiani del Movimento pentastellato, guidato dalla dinamica senatrice Virginia La Mura, ha messo in evidenza una realtà inedita (migliore di quella raccontata) della struttura sociale di Pompei, da qualche mese è sotto osservazione a seguito dell’iniziativa dell’amministrazione comunale di chiudere la sua società di gestione Aspide, licenziando i dipendenti dell’Ospizio.
Trentadue ospiti che, più che per l’indigenza, sono accomunati da una grande solitudine che si supera ogni giorno nella serenità di un’ambiente sano e tranquillo, probabilmente migliorato rispetto a prima.
I visitatori hanno per qualche ora interloquito con gli ospiti, originari del territorio ed appartenenti a variegati ceti sociali. Tra loro il fratello di un alto magistrato, il padre di un console italiano in Cina ma anche qualche povero disgraziato figlio di un Dio minore che ha trovato nell’ospizio di Pompei il calore che gli era mancato altrove.
“In questa casa ho trovato nella serenità degli anziani, ospiti della struttura, una realtà positiva che dev’essere assolutamente preservata e si riflette nella qualità positiva delle prestazioni lavorative che dovranno essere tutelate al meglio nell’eventuale appalto esterno”. Ha commentato, discorrendo coi nonnini e il personale della Casa di Riposo, la senatrice Virginia La Mura, mentre è doveroso chiarire il senso di alcune notizie fornite nel dibattito di Palazzo de Fusco riguardanti la situazione finanziaria della società Aspide. In primis la notizia che la società di servizio comunale continuerebbe a perdere mille euro al giorno non troverebbe attualmente fondamento, dal momento che l’attuale gestione (tutta cash poiché i conti sono stati pignorati) da alcuni mesi è in attivo, tanto che è stato ripianato parzialmente il debito dell’Aspide nei confronti dei dipendenti. Inoltre bisogna osservare, sulla base della risposta ad un recente quesito rivolto dal Comune alla Corte dei Conti, che l’autonomia del Comune di Pompei nei confronti della partecipata vale sia in senso attivo che passivo. In altre parole, quale canone il Comune di Pompei paga all’Aspide per la stanza occupata dall’associazione degli anziani che hanno a disposizione anche il salone aziendale entro cui è collocato un biliardo da torneo dove si intrattengono a giocare alcune ore al giorno? Quanto paga il Comune all’Aspide per l’appartamento in ristrutturazione che ospiterà un asilo nido?
E’ regolare imporre all’Aspide la normativa comunale (sulla base di reddito Isee) del fitto appartamenti mentre i medesimi devono servire, con la loro rendita, a concorrere, con le rette pagate regolarmente da quasi tutti gli ospiti, alla copertura dei costi. Inoltre corre l’obbligo di chiarire che al di là di tante dichiarazioni di buone intenzioni espresse sui social, abbiamo appreso di soli due imprenditori (Di Paola e Iennaco) frequentemente vicini ai nonnini concretamente. Il resto è silenzio in cui sorprende il muro alzato dalla Chiesa di Pompei sul confine con la Casa di Riposo. Un tempo gli anziani accedevano nei giardini del Santuario per passeggiare e cogliere qualche frutto. Forse queste incursioni hanno dato fastidio ed è stato preferito alzare un muro.
Alla fine della visita Lelio Marino' ha consegnato alla senatrice La Mura copia del testamento con cui la vedova D'Arienzo lasciò agli anziani bisognosi di Pompei il suo patrimonio immobiliare.