Ha fatto il giro del mondo il filmato dell'ormai ex direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, Massimo Osanna, nella sua magistrale spiegazione della tecnica di restauro degli affreschi della Schola Armaturarum. Quella che è stata prima definita scuola di addestramento alle armi dei giovani pompeiani e successivamente sede conviviale di un’associazione di reduci combattenti, ha dato inizio, con il suo crollo (del novembre 2010), ad un intervento pubblico giudicato esemplare dalla comunità internazionale, che si è concluso (nel gennaio 2019) con la sua riapertura al pubblico.
Iniziativa (quella della riapertura della Schola con il restauro dei suoi affreschi) che ha assunto immediatamente un valore emblematico e mediatico di eccezionale portata, che ha messo in evidenza il valore immenso del nostro patrimonio archeologico insieme alle grandi capacità tecniche delle maestranze che operano al restauro di dipinti, statue ed utensili all’interno del parco archeologico di Pompei. Si tratta, alla fine, di valorizzare reperti archeologici di eccezionale valore che è possibile esporre al pubblico grazie al lavoro di una mano d’opera specializzata che è il vanto dell’Italia nel mondo intero.
Nello specifico Osanna ha illustrato il “rigatino” come una tecnica che richiede buona manualità insieme ad un’enorme pazienza per recuperare le lacune esistenti nei lacerti d’affresco con un risultato finale apprezzabile a colpo d'occhio, che lo stesso Osanna ha definito “convincente e commovente”.