Al via il restyling di Piazza Schettini a Pompei. Sono stati stanziati circa 90mila euro per i lavori di demolizione delle “casette” che hanno rappresentato un clamoroso flop urbanistico di una passata Amministrazione comunale. E’ la prima iniziativa di cambiamento del centro mariano dopo un anno e mezzo di governo Amitrano. La gente quasi non ci crede ancora, perché sono così tanti gli annunci a vuoto pubblicati su facebook da un noto esponente di maggioranza, che ora l’iniziativa urbanistica pare “scontata”. Vale a dire senza il fascino della novità di un’opera pubblica che, in quanto “modesta”, non recupera il centro storico nella sua interezza.
Piazza Schettini è collegata alla Fonte Salutare ed ha nella parte retrostante una Cassa Armonica mai utilizzata e la stessa dovrebbe essere abbattuta ma con interventi successivi. Alla fine si tratta esclusivamente di eliminare postazioni commerciali di piccole dimensioni che non sono state gradite dalla cittadinanza e dagli operatori che avrebbero dovuto occuparle. Al loro posto saranno creati almeno 50 stalli per il parcheggio pubblico ma l’importanza maggiore è legata al progetto di utilizzare questa seconda piazza del centro storico come spazio disponibile per le fiere, i concerti ed i conferimenti delle cittadinanze onorarie a cui il sindaco Pieto Amitrano sembra molto propenso (in mancanza di meglio).
In conclusione, a Piazza Bartolo Longo verrebbe restituita la sua reale funzione di centro storico, cuore della comunità moderna, che vanta ai due lati opposti (uno di fronte all’altro) due monumenti di civile convivenza. Ci riferiamo, naturalmente, in primis al Santuario della Madonna del Rosario col suo magnifico campanile, su cui si erge la statua della Madonna e la meravigliosa facciata. Sul versante opposto il nobiliare Palazzo de Fusco che è stato sede dell’albergo termale costruito per l’utilizzo dell’acqua ferrata, che sgorgava da una fonte retrostante. Lo storico Palazzo (primo '900) ora è sede del Municipio che celebra quest’anno 90 anni dalla sua fondazione sul territorio vesuviano, che nell’Antichità è stato abitato da una comunità che è diventata con la sua città (dopo 16 secoli di oblio) un faro di diffusione culturale per il mondo intero
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