A cura della Redazione

La periferia sud di Pompei è scontenta di come viene amministrata negli ultimi anni. Il fatto è che le varie contrade, oltre il centro storico, detengono la maggiore forza politica in termini di consenso popolare eleggendo il numero più alto di consiglieri comunali ma vengono trascurate perché non uniscono le loro forze sul piano politico. Una lezione che sembra essere stata finalmente capita. Difatti è in corso un’alleanza tra i comitati del quartiere di via Aldo Moro e quello di Fontanelle dove molte problematiche si assomigliano. Per questo motivo i due comitati stanno studiando una protesta comune rispetto alla problematica atavica dell’assenza completa di servizi adeguati, degrado del territorio ed emarginazione sociale.

In poche parole è sempre lo stesso quadro: le tasse sono uguali per tutti ma i servizi no, nonostante le promesse della campagna elettorale. Per cui si rende necessario passare alla cittadinanza attiva. I pompeiani lo hanno capito e stanno studiando una strategia di protesta nei confronti del sindaco di Pompei ed i suoi collaboratori. Per venerdì sera (23 novembre) è stata convocata presso la sala parrocchiale del quartiere di via Aldo Moro l’assemblea dei cittadini residenti. All’ordine del giorno le problematiche che riguardano l‘iniziativa dell’Amministrazione comunale di affidare la cura del verde comunale (parco del Bambino), dal momento che l’esperienza pregressa al riguardo è - secondo loro - nettamente negativa ed è comprensibile l’interesse a vigilare per evitarne l’assegnazione a soggetti intenzionati solo a fare soldi con l’utilizzo degradante dei beni comuni. Del resto lo stato delle aree assegnate in via Aldo Moro è sotto gli occhi di tutti.

Altra questione fondamentale è relativa all’intenzione di acquisire dall'ASL NA 1 un’area confinante col quartiere da trasformare per servizi (mercato settimanale ed isola ecologica), fortemente contrastata dai residenti per tutta una serie di motivi urbanistici, ambientali e di sicurezza. Ma il vero motivo di fondo nasce dalla consapevolezza che la realizzazione di un’isola ecologica inciderebbe sull’ambiente circostante già fortemente trascurato (cumuli di spazzatura, abusivismo dilagante, animali randagi, indisciplina del traffico e pericoli formati da pali cadenti, catene e recinti sporgenti che incidono anche sulla sicurezza del mercato settimanale).

Inutile dire che si teme la forte svalutazione della case in tutto il quartiere. Già è in crisi il mercato immobiliare rispetto a pochi anni fa, mentre il valore delle abitazioni si è quasi dimezzato nell’ultimo quinquennio.

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