“Quello che rimane ancora da scoprire in Italia”, recita la trasmissione televisiva "Petrolio", partendo dagli Scavi di Pompei con il direttore generale Massimo Osanna, che parla delle ultime scoperte nella Regio V. La questione preminente che insorge a questo punto è: chi finanzierà la tutela e manutenzione del patrimonio archeologico che è stato portato alla luce a partire dal 1748, quando con Carlo III di Borbone partirono i primi sondaggi di scavo presso la collina di Civita fino ai risultati delle ultime scoperte, a cui si aggiungerebbero i reperti archeologici delle campagne di scavo di quei 22 ettari del Parco ancora da esplorare, considerato che tutta la Regio V, dove si sta scavando, misura appena un decimo di ettaro?
La recente trasmissione “Petrolio”, in onda sulla Rai, dal titolo "Discovery" (Scoperta) trasmette i commenti emozionati del direttore Osanna sulle recenti scoperte che aiutano a scrivere meglio la storia dell’Impero Romano, a partire dalla stessa data dell’eruzione del Vesuvio che dall’interpretazione di una scritta su muro passerebbe dal 24 agosto al 24 ottobre del 79 d. C..
I primi sondaggi borbonici del 1748 nei pressi della collina di Civita furono seguiti da esplorazioni negli anni successivi in cui fu trovata un’epigrafe che citava la Res Pubblica Pompeianorum. Negli anni dopo fu scavata parte della città (i teatri, il tempio di Iside, il Foro Triangolare, case e necropoli) e non più seppellita. Gli scavi ripresero durante il dominio francese ma si fermarono con la restaurazione borbonica. Solo dopo l'unità d’Italia furono investite maggiori disponibilità economiche nelle ricerche archeologiche a Pompei.
Ripresero in modo più sistematico applicando il metodo scientifico all’archeologia nel corso del XX secolo, quando furono intraprese importanti indagini lungo Via dell'Abbondanza. I primi restauri su grande scala furono degli anni Sessanta del secolo scorso, quando problemi di natura economica fecero rallentare le nuove ricerche. Nel 1980 si registrarono danni agli Scavi di Pompei danni causati dal terremoto dell’Irpinia. Nel nuovo millennio le ricerche si concentrarono nella zona della IX Regio, ma la maggior parte dei fondi disponibili furono dirottati sulla conservazione ed il restauro dei monumenti già scavati. Nel 1997 l'area archeologica di Pompei divenne patrimonio UNESCO. A seguito della mancanza di un piano di restauro dell'Antica Pompei, messo in evidenza dal crollo della palestra dei gladiatori del 2010, l’Unione Europea finanziò la salvaguardia del sito con lavori di ristrutturazione e messa in sicurezza che presero il nome di "Grande Progetto Pompei". Ora stanno per chiudere i cantieri e finire i finanziamenti. Partirà una nuova stagione "discovery" a Pompei come annunciato in tv? L’Europa è pronta a proseguire nei finanziamenti?
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