Il caso del consigliere comunale Stefano De Martino è una vecchia questione che ebbe a suo tempo una soluzione che non accontentò tutti, anche se quelli che si girarono dall’altra parte non lasciarono perdere l’alleanza con il candidato a sindaco più accreditato dalla prospettiva di successo elettorale.
Fu l’attuale sindaco di Pompei, Pietro Amitrano, che si interessò personalmente di trovargli la collocazione giusta (a scapito di Cirillo) in una lista elettorale collegata a lui, alle elezioni amministrative svolte un anno e mezzo fa, nonostante fosse stata notificata al De Martino l’apertura di un processo penale per una presunta tentata estorsione scaturita da una presunta richiesta di denaro all’allora assessore Sergio Marra.
La logica pertanto consiglierebbe che la questione non si pone perché da allora non è cambiato assolutamente niente. Il processo prosegue regolarmente. Casomai sarebbe un’eventuale condanna che provocherebbe l’esclusione di De Martino dal Consiglio comunale, creando un caso politico.
Detto questo, è pur vero che la politica con la logica non c’entra niente dal momento che si muove e s’orienta sulla base della pura convenienza. Sinteticamente, Amitrano può temere un golpe solo se si forma contro di lui una cordata dissenziente, decisa a dare un nuovo ordine alla compagine politica che comanda a Pompei. Situazione che non appare nelle prospettive presenti né dell’immediato futuro poiché, a parte lo stipendio mensile (che pure a quanto pare fa gola a qualcuno), ci sono solo rogne a partire dall’inadeguatezza del fondo accessorio del personale. Ne deriva che Amitrano non ha nessuna urgenza di convocare la sua maggioranza. Se lo farà sarà per aggiornare i rapporti interni e fare il punto della situazione riguardo alle eventuali scelte che si impongono per assicurare alla città di Pompei un servizio decoroso di Polizia Municipale.