La notizia di multe elevate ad alcuni commercianti abusivi presso il mercato dei fiori di Pompei, ha fatto rinascere tra gli operatori la problematica del trasferimento (almeno parziale) della struttura presso l’area industriale della Metalfer di Torre Annunziata, dove sarebbe in grado di accogliere un numero rilevante (se non tutte) delle 400 aziende che attualmente operano a Pompei.
L’operazione è stata portata avanti dalla Regione Campania nella partecipazione ad una gara d’assegnazione dell’area proposta dal Commissario Liquidatore di Tess Costa del Vesuvio, proprietaria dell’area industriale. Il mercato dei fiori di Pompei, anche se consiste di fatto in un’unica realtà economica, è suddiviso tra almeno quattro strutture commerciali distinte, senza contare l’area comune di servizio tradizionalmente occupata dagli abusivi. Opera (nel suo complesso) da 38 anni su una superficie di 40mila metri quadrati. Commercia sia nella vendita all’ingrosso che al dettaglio. Prevalentemente sul mercato locale (80%), 15% sul quello nazionale e 5% all’estero. Il fatturato in Campania è di 200 milioni di euro.
La quota pompeiana vale intorno ai 50-60 milioni, con circa mille operatori campani ed oltre tremila acquirenti. Il Lilium Longiflorum è il prodotto più ricercato della sua produzione. A Palazzo de Fusco, dopo la prima notizia di trasferimento del mercato dei fiori, partì l’insediamento - da parte del sindaco Pietro Amitrano - di un tavolo tecnico che non ha prodotto risultati. La problematica resta per il ceto politico dirigente una castagna bollente ereditata dalle precedenti amministrazioni e che non si vorrebbe avere tra le mani, perché se da un lato bisogna valutare la portata del rischio che corre il centro vesuviano di perdere un pezzo importante dell’economia locale, sul fronte opposto manca la disponibilità nell’offerta di spazi alternativi da mettere a disposizione delle cooperative agricole che commercializzano i fiori del territorio.
Costituendo con tale attività una delle principali fonti di lavoro e di ricchezza del territorio pompeiano, il CPFC (consorzio di produttori florovivaistici campani) sostiene di essere in grado di spostare a Torre Annunziata l’80% degli operatori dell’attuale mercato dei fiori pompeiani. Ma all’interno della categoria vige una forte divisione basata su interessi distinti e contrapposti. Alla fine si troverà un accordo tra gli operatori di diversa opinione, valido per tutto il comparto. Anche perché la creazione di un nuovo centro commerciale ad un chilometro di distanza da quello operante a Pompei non rompe l’unità di un unico polo, creando anzi il presupposto di nuovi ingressi nel business.
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