La proposta di una App da scaricare su smartphone e tablet al fine d’informare in tempo utile i pompeiani, in caso d’emergenza, sui dettagli del piano di evacuazione, nel caso parta l’allarme preventivo collegato al rischio Vesuvio o adaltri imprevisti naturali. Questa ed altre proposte della stessa natura sono state esaminate martedì mattina nella riunione della VI Commissione consiliare presieduta da Pasquale Caravetta, dopo le relazioni informative dall’assessora Annalisa Ramunno e dal capitano dei vigili urbani, Ferdinando Fontanella, funzionario responsabile della Protezione Civile di Pompei.
L’assessora al ramo ha informato i commissari sullo stato d’aggiornamento della pratica di finanziamento dell’iniziativa di Protezione Civile in Regione Campania, che dovrebbe comportare, entro la fine di luglio, il finanziamento di 70 mila euro da spendere per appaltare lo studio tecnico di fattibilità del piano di evacuazione straordinario per Pompei, che è stato già definito relativamente al profilo principale. Resta, con i soldi che arriveranno dalla Regione Campania, da attrezzare il punto d’incontro dei pompeiani in fuga, che è stato fissato in piazza Falcone e Borsellino. Si dovranno inoltre raccogliere i dati relativi ai diversi profili di assistenza all’evacuazione (disabili, anziani, ecc.).
Com’è noto il piano d’evacuazione prevede, per le famiglie che non sono provviste di alloggi secondari fuori della zona rossa, il viaggio assistito verso un Comune della Sardegna (ancora da individuare ed attrezzare). Appare quasi un monito il verificarsi, nella stessa giornata della convocazione della Commissione, del ritrovamento nel Parco Archeologico di Pompei dell’ultimo scheletro di un fuggiasco dall’eruzione del 79 d. C., che arriva come tragica testimonianza aggiornata nel tempo di pericolo immanente rappresentato dal Vesuvio, sia per Pompei che per tutti i Comuni della zona rossa. Un pericolo che, pur nella consapevolezza serena di avere i mezzi per prevenirne gli effetti disastrosi, non deve mai far abbassare la guardia sul piano della prevenzione che non deve essere limitata all’evacuazione della città moderna ma deve prevedere anche un atteggiamento prudente nell’utilizzo del territorio che, se intasato con l’abusivismo, chiude inevitabilmente le vie di fuga accrescendo i rischi.
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