Sarà un pellegrinaggio di straordinario valore simbolico e spirituale quello che, sabato 7 aprile, vedrà protagonisti i detenuti ospiti dei diversi istituti di pena della Campania. L’incontro, che si svolgerà in occasione della III Giornata Regionale della Misericordia degli Istituti Penitenziari della Campania, sarà un momento di riflessione sulla propria vita, sui propri errori e sulla possibilità di redenzione, nel medesimo luogo in cui il Beato Bartolo Longo aveva rimediato ai fallimenti di una gioventù lontana da Dio. Un pellegrinaggio, dunque, sulla stessa via della fede percorsa dal Beato che qui fondò la Nuova Pompei, città della carità, e il Santuario, oggi tra i templi mariani più visitati al mondo.
Sabato, dunque, vigilia della Festa della Divina Misericordia, istituita nel 1992 da San Giovanni Paolo II nella prima domenica dopo Pasqua, i detenuti giungeranno nella città mariana per pregare ai piedi della Madonna del Rosario, cui è intitolata la Basilica fondata da Longo e accanto alla quale, nelle Opere di Carità da lui stesso edificate, accolse i figli dei carcerati del suo tempo, dando inizio ad un progetto di amore che ancora oggi vive dopo oltre 130 anni.
Il pellegrinaggio, organizzato dal Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria e dal Centro di Giustizia Minorile di Napoli, avrà inizio alle 10.00, quando i detenuti si ritroveranno nel Piazzale San Giovanni XXIII del Santuario per raggiungere in corteo la Basilica, dove ad accoglierli ci sarà l’Arcivescovo di Pompei, Monsignor. Tommaso Caputo. Qui, guidati nella preghiera da Monsignor Pasquale Cascio, Arcivescovo di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia e Delegato della Conferenza Episcopale Campana per la Pastorale Carceraria, che presiederà la celebrazione eucaristica alle 11, i detenuti offriranno la loro testimonianza.
Assieme ai detenuti ci saranno i familiari, i cappellani che sono vicini loro nella preghiera quotidiana, le guardie carcerarie e i volontari, anche se in questa Giornata tutti saranno una sola anima, senza ruoli e senza distinzioni, tutti uguali, ognuno al servizio dell’altro, per dare al mondo testimonianza viva che la fede e l’amore per Dio possono dare una svolta, perché la vera libertà non è l’uscita dal carcere ma qualcosa per cui valga la pena vivere.
MARIDA D'AMORA
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