Nel 270esimo anniversario dell’inizio degli scavi nella città antica di Pompei (era il 23 marzo 1748), che cambiarono la storia dell'archeologia e concesse al mondo l'unicità del patrimonio pompeiano, la Direzione del Parco Archeologico presenta alla stampa i nuovi scavi di recente avviati nella Regio V, in un’area di oltre mille quadrati, il cosiddetto “cuneo” perché si tratta di un vicoletto che divide la casa delle Nozze d’Argento e la casa di Marco Lucrezio Frontone.
Il direttore generale Massimo Osanna, nell’annunciare l’evento, precisa che si tratta del più grande intervento di scavo in area non indagata del sito archeologico dal dopoguerra ad oggi.
Il 22 marzo, le prime strutture emerse e i reperti rinvenuti nell'area di cantiere, saranno illustrati dallo stesso Osanna e dal Direttore Generale del Grande Progetto Pompei, Mauro Cipolletta.
I ritrovamenti archeologici riguardano un quartiere che è stato solo parzialmente portato alla luce. S’inoltra verso Porta Vesuvio in direzione Nord orientale. Comprende un vicolo completamente sepolto insieme a botteghe e taverne, anche se non mancano domus di pregio come la Casa del Toro, la Casa di Lucio Cecilio Giocondo, la casa di Bacco, la casa delle Nozze d’argento e quella degli Orsi che è stata solo parzialmente scavata.
La stessa area ha subito irreparabili danni cagionati dai bombardamenti del '43 nella casa della Regina Margherita. Corre voce che sul lato interno di un terrapieno, all’angolo tra via del Vesuvio e via delle Nozze d’Argento, è stata rinvenuta una parete rossa con figura di baccante che potrebbe segnalare la presenza di nuova domus patrizia insieme a nuove evidenze, considerata l’estensione dell’area interessata al nuovo scavo.
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