Nella giornata della ricorrenza della festa del papà (19 marzo) i comunicatori del Parco Archeologico di Pompei hanno conferito su Facebook. all’affresco di Terenzio Neo e moglie, il prestigio di icona ufficiale del Pater Familias dell’Antica Pompei. Così all’icona che vede San Giuseppe (artigiano falegname) antesignano dei papà dell’era cattolica, si contrappone il Pater Familias (panettiere di mestiere) Terenzio Neo, detentore nella Pompei romana di poteri maggiori nell’ambito familiare.
La locuzione latina di Pater Familias sta ad indicare il "padre di famiglia". All’epoca il riferimento era al titolare di diritti civili illimitati, relativamente al patrimonio della sua gens, e alla supremazia sulla “famiglia allargata” di cui facevano parte, oltre alla moglie, i figli, i servi e gli schiavi.
Il rapporto tra il Pater Familias ed i parentes era regolato dalla patria potestas del diritto romano, che non prevedeva limiti alla supremazia del capo famiglia. Ne è passato di tempo da allora. Poco alla volta i poteri sono stati eliminati ed al loro posto sono arrivati i doveri, gli affetti e le responsabilità. Alla fine quale bilancio per il papà del ventunesimo secolo? Ognuno ha la sua risposta a questa domanda.
Per quanto riguarda il quadro riportato su Facebook, è singolare che sia stato ripreso l'affresco, in IV stile, che ritrae un pistor (fornaio) con la moglie, collocato nella domus ad un punto visibile a chiunque. Il panettiere Terentius Neo si fece ritrarre insieme alla consorte come una coppia di cultura: la donna tiene in mano un dittico di tavolette cerate ed uno stilo, mentre il marito panettiere ostenta il rotulus (trascrizione colta come il papiro). Allo stesso tempo i tratti somatici della coppia, resi dall'autore con voluta fedeltà, ne tradiscono l’origine sannita.
I due dovevano aver conquistato il benessere economico con la produzione del pane, che all’epoca costituiva l’alimentazione fondamentale dei pompeiani. Pane e vino hanno sempre rappresentato i pilastri della dieta mediterranea. Gesù Cristo fece servire nell’ultima cena, a fondamento del sacramento dell’Eucarestia, pane e vino, in quanto nutrimento di un universo (l’area mediterranea) cui operava Pompei.
E’ la coscienza di esercitare un mestiere, che era a fondamento della cultura del suo tempo, che suggerì a Terenzio Neo di posare in compagnia della consorte all’aristocratica nel quadretto familiare tramandato nei secoli?
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