E’ stata la neve che oltre a bloccare nelle loro case, a Pompei, gli scolari (per i quali Amitrano ha decretato due giorni di vacanza), ha intimorito persino un congruo numero di consiglieri comunali dall’intervenire all’assise odierna (27 febbraio) al punto tale da costringere il presidente del Consiglio comunale, Franco Gallo (unico membro di maggioranza presente per motivi istituzionali) a rimandare la seduta alla seconda convocazione, prevista per domani (28 febbraio) a causa dell’insufficienza del numero dei presenti.
Sta di fatto che il veterano Amato La Mura ha urlato in aula indignato: «Comportamenti del genere da parte della maggioranza non ne ho mai visti nel corso della mia lunga carriera». Se non è stata la neve, allora che cosa altro è stato a tenere a casa tanti consiglieri comunali di Pompei? Forse l’insidia di qualche debito fuori bilancio malandrino più di quelli, numerosi e cospicui, approvati nelle precedenti sedute? In più, tra i politici presenti ed il pubblico, che (incurante del freddo) ha atteso per circa un’ora che la maggioranza, riunita nella stanza del sindaco, assumesse una risoluzione sul da farsi, vale a dire il comportamento strategico da assumere sulla base di evidenti difficoltà di cui non si conosce ufficialmente la natura.
L’ipotesi più accreditata a riguardo è collegata alla notizia della “bufera a Pompei sulla giunta di Pietro Amitrano”, come riferisce testualmente un noto giornale on line del territorio vesuviano nel dare la notizia della condanna penale di primo grado, decretata per molestie a una collega, nei confronti di un assessore della sua giunta di origine stabiese, medico anestesista nella vita privata.
Risulta che il consigliere comunale Mario Estatico (assente per malattia con certificato medico) da tempo ne aveva richiesto l’avvicendamento ma non è mai stato finora accontentato dal sindaco di Pompei. «Se si fosse deciso per tempo, avrebbe risparmiato una brutta figura alla sua giunta e alla città di Pompei». E’ stato il commento della gente infuriata contro Amitrano e i suoi per aver atteso inutilmente un’assise comunale che è stata rimandata a domani.
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