Riprende vigore la volontà di numerosi amministratori di maggioranza, con in testa il sindaco del Partito Democratico, Pietro Amitrano, di ritentare con il bando di una gara d’appalto la concessione a privati della gestione dei sevizi della casa di riposo "Carmine Borrelli".
L’Ospizio di Pompei può ospitare fino a 50 anziani. Presenta un debito che, secondo le stime più aggiornate, si aggirerebbe intorno al milione di euro. I dati contabili ufficiali non ci sono a causa della mancata approvazione di alcuni bilanci consuntivi, anche se è certo che il debito complessivo, di cui si farà carico il Comune di Pompei (e quindi i contribuenti pompeiani), aumenta di circa 30mila euro al mese, solo per tenere aperta la struttura, nonostante i numerosi annunci sui social di privati ed aziende di provvedere alle spese del pasto giornaliero.
Il "problema" è che, come tutti, anche gli anziani mangiano quotidianamente. Inoltre hanno continuamente bisogno di cure, assistenza e solidarietà. Dopo numerosi amministratori di nomina politica, che a conti fatti hanno solo incrementato le perdite durante la loro gestione, ora la società di proprietà comunale - l'Aspide - è in liquidazione. Ricordiamo che la stessa è costituita dai beni di un lascito ereditario di immobili nel 1936 della signora Di Rienzo, che li vincolava alla gestione umanitaria di un ospizio per persone anziane, bisognose di tutela.
I motivi dell’andamento negativo della gestione in parte sono riconducibili a motivi tecnici ma principalmente risiedono e trovano radice in quella zona grigia della pubblica amministrazione che viaggia tra parassitismo e mala gestione. Le rette a carico degli anziani, nonostante siano più basse della media del mercato, non verrebbero pagate regolarmente mentre sono frequenti le vertenze con il personale che richiede la liquidazione delle spettanze economiche. Ora il Comune intende riprovare la strada della gestione privatistica ma, si badi bene, non certamente per fare cassa ma esclusivamente per salvarsi dal dissesto finanziario in cui la dissennata gestione dell’Ospizio sta contribuendo a trascinarlo, nonostante le case lasciate in eredità.
Praticamente si è verificato l’opposto di quanto è stato raccomandato con l’atto che disponeva il lascito ereditario. Ora si viaggia su un piano inclinato mentre resta in piedi il problema di mantenere operativa la struttura sociale per anziani salvando il posto dei 14 lavoratori che vi prestano attività. Ma soprattutto privilegiando l’unica opera di misericordia concreta della Pompei mariana, nonostante la collezione incredibile di brutte figure.
L’intenzione politica consisterebbe nel rivedere il bando di gara per renderlo più conveniente per i privati che finora non hanno mostrato grande interesse nel business del nosocomio pompeiano. Si parla d’intervenire sull’accollo delle spese di manutenzione dell’edificio. Le professionalità presenti nell’esecutivo pompeiano (alcune con specifiche esperienze nel comparto) stanno esplorando le varie opportunità. Certo tira aria nuova, se si pensa che non molto tempo fa il consigliere comunale Bartolo Martire, in Assise, consigliava ai dipendenti della Casa di Riposo Borrelli di cercarsi un altro lavoro.
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