Siamo alle comiche. L’iniziativa politica targata Di Martino-Perillo, di creare il gruppo di Forza Italia a Pompei, finisce in bolla di sapone. Il sindaco Pietro Amitrano, che aveva in un primo tempo annunciato l’intenzione di guardare i suoi consiglieri comunali negli occhi, oggi è silente. Tutta la maggioranza fa scudo rispetto ad un posizione di formalismo di centrosinistra annacquato, che oramai non convince più nessuno figuriamoci De Luca e compagni. La paura di perdere gli appoggi in Regione è lampante. Né serve una smentita formale allo stesso quotidiano che il giorno prima aveva reso pubblica la formazione del gruppo azzurro.
Amitrano è in oggettiva difficoltà politica. Ha la faccia allegra e l’anima in pena. Ferito nell’animo da chi aveva difeso fino all’ultimo, trovando una collocazione in lista civica ai due “senza tetto” Di Martino e Perillo, candidati con Rinascita Pompei. «Ho sacrificato la mia aspirazione a tornare in Consiglio comunale per accogliere la richiesta del capo della maggioranza». Ha spiegato il leader storico del gruppo politico di Tre Ponti, che poi è stato il primo a doversi pentire di aver aperto le braccia agli ospiti perché dopo la festa hanno preteso le chiavi di casa.
Ora Amitrano è come quel marito tradito che recupera l’affetto della moglie dopo che gli aveva confessato di "sentirsi trascurata". Contento di aver riportato a casa la pecorella smarrita ma preoccupato che possa trattarsi di un lupo travestito. Siamo sicuri che perdonata la scappatella il tradimento non si ripeta? Soprattutto, siamo sicuri che dai vertici del Partito Democratico non arrivi una sonora bacchettata ad Amitrano, reo di eccessiva superficialità nello scegliere alleati e collaboratori?
Il disguido in fase di superamento non è l’ultimo e non è certo il peggiore. Si parla insistentemente della riunione segreta del sindaco con i rappresentanti della lista “Campania Libera” che contestano l’assessore di riferimento che il sindaco di Pompei ha nominato. Amitrano ha giustamente timore che, aperto un piccolo varco, quest'ultimo si trasformi presto in una voragine. E’ proprio così. E’ proprio quello che stano aspettando molti consiglieri di maggioranza e di minoranza. Intanto si fanno i conti e si stilano gli elenchi degli amici e si prefigurano organici più uniformi.
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