«Prima di me il degrado, con me è partito il riscatto. E’ una bella storia cominciata 4 anni fa tra difficoltà, crolli e scontri sindacali. Oggi in tutto il mondo viene riconosciuto il lavoro fatto in questi anni». Lo ha detto, a conclusione degli interventi nel Parco Archeologico di Pompei, il ministro dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini, che ha inaugurato questa mattina tre nuove domus restuarate con il Grande Progetto: l'edificio Domus e Botteghe, la Casa del Triclinio all’aperto e la Casa del Larario Fiorito.
Strutture miste site nell’area commerciale dell'antica Pompei che non erano state mai aperte al pubblico. Sono state restaurate nell’ambito del GPP con il sistema del museo diffuso che consiste nel ricollocare in situ (in espositori) i reperti rinvenuti nelle medesime case che hanno la configurazione dei vari ambienti in forme non rituali ma sono più funzionali all’attività di bottega con giardini, orti o vigneti attigui alla residenza.
Le tre domus, che portano a trenta il conteggio di quelle complessivamente riaperte al pubblico, saranno visitabili ogni giorno. Nell’occasione, l’offerta espositiva del Parco è stata arricchita con la sezione pompeiana della mostra Pompei@Madre. Materia Archeologica, denominata Pompei@Madre Materia Archeologica: Work in progress perché proseguirà al secondo piano dell’Antiquarium.
All’inaugurazione sono intervenuti Massimo Osanna, Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei, Luigi Curatoli, Direttore Generale del Grande Progetto Pompei, e Andrea Viliani, Direttore Generale del Madre - Museo d’arte contemporanea Donnaregina di Napoli.
«A Roma c’è la vita in grande dell’impero romano - ha spiegato il soprintendente archeologo Osanna -. Solo a Pompei, invece, si può studiare la vita della gente comune. A Pompei è tutto contemporaneo. Ecco perché viene rappresentata la sua contaminazione all’arte. Del resto non si può comprendere Pompei se non all’interno del nostro contemporaneo».
Al generale Curatoli è toccato aggiornare le statistiche riguardo ai risultati raggiunti in riferimento al Grande Progetto Pompei. Settantasei cantieri che sono stati aperti, di cui sette saranno conclusi nel corso del 2018; trenta domus riaperte al pubblico; i risparmi conseguiti nell’affidamento dei lavori a terzi; il rispetto della legalità nel corso dell’iniziativa di restauro e messa in sicurezza.
Ora si conclude il lavoro di restauro all’interno del Parco e parte la valorizzazione all’esterno nell’ambito del piano strategico che i Comuni esterni all’area archeologica (buffer zone) saranno chiamati a realizzare. «Si tratta di valorizzazione urbanistica e dei trasporti». Ha spiegato Curatoli. «Riguardo al rilancio economico - ha aggiunto Franceschini - si parte dai 3 milioni e mezzo di visitatori che arrivano ogni anno a Pompei».
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