La Schola Armaturarum probabilmente altro non era che una di quelle associazioni di reduci (ex militari) sopravvissuta allo scioglimento decretato da Nerone a seguito della tremenda rissa tra Pompeiani e Nocerini del 59 d. C., documentata da una pittura su una casa degli scavi di Pompei.
Tacito ricorda come in quell'anno, durante uno spettacolo di gladiatori nell'anfiteatro di Pompei, iniziarono alcuni screzi tra i suoi abitanti e quelli di Nuceria Alfaterna.
Alla fine dei tumulti furono i Nocerini ad avere la peggio. Molti di essi rimasero uccisi o tornarono a casa feriti.
L'imperatore Nerone portò la vicenda al Senato romano e venne deliberata la chiusura dell'anfiteatro pompeiano per dieci anni e lo scioglimento dei collegia.
L'interdizione dello stadio fu poi ridotta a soli due anni grazie all’intervento di Poppea, che possedeva una villa ad Oplonti, poco distante da Pompei.
“Una storia di riscatto che parte dal crollo della Schola Armaturarum e si conclude con il suo restauro, indagini di scavi collegate ad esso hanno consentito una clamorosa scoperta che servirà ad indagare sulla funzione stessa della Schola”.
Lo spiega il direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, Massimo Osanna, nel corso della conferenza stampa tenuta sul cantiere di restauro e di scavo che ha consentito la scoperta di due nuovi ambienti adiacenti all’edificio principale, uno retrostante e l’altro laterale, finemente pavimentato a mosaico.
L’ambiente retrostante contiene una serie di anfore di varia provenienza mediterranea, con alimenti all’interno fondamentali della dieta mediterranea (olio, vino e salsa a base di pesce).
“Innanzitutto bisogna sapere di che cosa si tratta”. Argomenta Osanna riguardo all’edificio in fase di restauro, che ha segnato, con il suo crollo, l’inizio di un intervento sistematico di manutenzione e ricerca. Amedeo Maiuri ritenne che l’edificio, che aveva fatto restaurare per primo, fosse una scuola d’armi per la gioventù pompeiana, in base ai due affreschi ai due lati dell’ingresso. Ora il ritrovamento delle anfore nell’ambiente retrostante alla Schola fa pensare che si tratti di una dispensa che conteneva alimenti per i convivia (cene). Infatti l’ambiente antistante doveva essere riservato alla convivialità di un collegium (associazione) residuo a quelli che furono sciolti dopo la famosa rissa del 59 d. C. in cui si affrontarono nell’anfiteatro Nocerini e Pompeiani.
Gli Scavi in corso sono costati 150mila euro finanziati con i fondi autonomi della Soprintendenza di Pompei. Le scoperte fatte hanno riguardato anche indagini geologiche che hanno consentito di individuare tre strati vulcanici di fenomeni eruttivi dell’800 nei terrazzamenti retrostanti la Schola che ora sono stati messi in sicurezza.
Le anfore di provenienza siciliana, spagnola, cretese e nord africana saranno analizzate da istituti specializzati riguardo ai residui interni di alimenti e poi ricollocate in situ (sul posto) secondo la moderna concezione di musealizzazione dei reperti scavati a Pompei, che prevede ei lasciarli sul posto dove sono stati trovati e non trasferiti più (come prima) al Museo Nazionale di Napoli.