A cura della Redazione

"Pompei@Madre. Materia Archeologica" nasce dall’iniziativa di relazionare il patrimonio archeologico vesuviano alla ricerca artistica. L’idea di base è che tra archeologia ed arte moderna e contemporanea esiste un rapporto di natura circolare. Difatti l’archeologia ha ispirato l’arte nella sua espressione moderna e contemporanea che, nello stesso tempo, ha influenzato modi e tempi d’interpretazione dell’archeologia.

Un’intuizione vicina a quella di Pistoletto nella sua “Terzo Paradiso” presentata a Pompei. La scoperta di Pompei archeologica ha trasportato la classicità nel XVII secolo, modernizzandola ma in pari tempo il sito archeologico ha beneficiato delle tecniche, i metodi e le interpretazioni moderne dello studio dell’Antico. L’iniziativa espositiva di Napoli mette in vetrina straordinari ma poco conosciuti reperti archeologici pompeiani ed opere d’arte moderna e contemporanea. La mostra è prevista negli spazi espositivi del museo Madre, coinvolge più di 90 tra i maggiori artisti e intellettuali moderni e contemporanei.

Prevede due capitoli: il primo riguarda la materia archeologica, il secondo le collezioni. Resterà aperta al pubblico a partire dal 19 novembre fino al 30 aprile 2018.

Si tratta di un progetto nato dalla collaborazione fra la Soprintendenza speciale di Pompei (facente capo al Mibact) e il museo regionale Madre con lo scopo di valorizzare il patrimonio culturale campano contemporaneo utilizzando l’eredità del passato come chiave per interpretare il presente ma anche per prefigurare il futuro. Il percorso della mostra è di natura circolare come la natura della materia ispiratrice. Consiste in una passeggiata fra reperti delle campagne di scavo a Pompei in cui materiali della quotidianità della città antica e il ruolo che vi rivestivano le arti e le scienze sono messi a confronto con le maggiori opere moderne e contemporanee campane e rivenienti dalle principali istituzioni e collezioni private nazionali e internazionali.

La natura frammentaria dei reperti archeologici e il fatto stesso che l’archeologia debba, per recuperare il passato, operare nel presente con l’intuizione e l’interpretazione la fa assomigliare, per metodo, alla ricerca sperimentale e artistica contemporanea.

Ecco perché Pompei rappresenta un laboratorio straordinario d’interpretazione e di contaminazione dell’arte moderna. A partire dall’eruzione del 79 d.C., che ne decretò un oblio millenario, la riscoperta di questo sito nel 1748 ha trasformato il Parco archeologico di Pompei in un palinsesto della modernità culturale disponibile a nuove narrazioni consentendogli di restare contemporaneo nel proporre la propria “materia archeologica” come  materia contemporanea unificante tra  diverse sensibilità, materie e e forme d’arte. 

(nella foto, il Museo Madre di Napoli)

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