Che la problematica dei debiti fuori bilancio minacciasse come un tumore maligno la salute finanziaria del comune di Pompei (come accade in altri Comuni meridionali) è cosa risaputa da anni. La novità è invece è costituita dalla notizia che l’importo per il 2017 ha superato il plafond del bilancio di previsione. Vale a dire la posta di un milione a suo tempo iscritta nel bilancio di previsione. La Commissione consiliare del comparto, diretta del presidente Salvatore Perillo, si è riunita la settimana scorsa per dibattere questo argomento prima del Consiglio comunale: la variazione della "voce" di bilancio da un milione ad un milione e mezzo ed i nuovi debiti da pagare fuori ogni programma.
Il nuova record (negativo) per il Comune di Pompei dei debiti fuori bilancio (costituiti nella parte maggiore dai rimborsi per danni pagati a causa di insidie e trabocchetti sul tracciato stradale comunale) dimostra che il fenomeno non è sotto controllo. Rientra nello storico scaricabarile tra un’Amministrazione e le successive che vengono accreditate dal voto dei pompeiani.
Per essere chiari, le delibere di pagamento dei debiti che saranno al vaglio nel prossimo Consiglio sono state determinate nel corso delle Amministrazioni precedenti. Ne deriva che alla prossima tornata se ne approverà il pagamento facendo il famoso gesto di Ponzio Pilato, dal momento che eventuali critiche potranno essere rivolte esclusivamente agli amministratori precedenti.
Ad ogni tornata si assiste alla stessa commedia (o tragedia), si scaricano le responsabilità riguardo al pregresso, poi si fa peggio di prima: tanto a pagare sarà compito sempre dei soliti contribuenti ma sulla base delle delibere che saranno assunte dagli amministratori successivi.
E’ una dinamica perversa che se non viene fermata per tempo finirà con il soffocare (ed oramai ci siamo) la finanza di Pompei. Bisognerebbe studiare un sistema per dare trasparenza al controllo del fenomeno, come ad esempio il contenzioso inutile per risarcimenti danni che sortisce l’unico effetto col tempo del rigonfiamento per spese legali per cause, nella maggior parte, perse dai professionisti delegati dal Comune.
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