Il sindaco di Pompei Pietro Amitrano ha fatto sapere, con un comunicato stampa, di essere impegnato a mettere insieme “una cordata di imprenditori decisi a salvare la Biblioteca Comunale di Pompei”.
I libri dell’Istituzione culturale pompeiana sono ancora riposti negli scaffali di Casale Piscicelli, una struttura storica di tipo rurale, messa in sicurezza nelle fondamenta. Il primo cittadino ed suoi consiglieri devono valutare quale sarebbe la sede più idonea per la Biblioteca. Per molti utenti dovrebbe essere collocata nel centro storico di Pompei.
Lunedì mattina il sindaco, accompagnato dal dirigente dell’Ufficio Cultura, Raimondo Sorrentino, e dal responsabile del Centro Internazionale per gli Studi Pompeiani, Pio Manzo, ha svolto un sopralluogo nei locali di via Aldo Moro. A quanto pare gli oltre 15 mila volumi conservati nella vecchia sede della Biblioteca, che fu chiusa nel 2009 (amministrazione D’Alessio), sono stati trovati in un discreto stato di conservazione. Bisognerebbe però controllare se i testi ci sono tutti o se manca qualcuno, prelevato senza alcuna autorizzazione.
A riguardo va ricordato che nel corso dell’amministrazione Uliano per iniziativa dell’Osservatorio della legalità (all’epoca presieduta dall’ex pubblico ministero Diego Marmo) fu tentata una ricognizione del patrimonio librario del comune di Pompei, ma l’operazione fallì miseramente per il semplice motivo che l’Ufficio Cultura del comune non riuscì a rintracciare copia dell’inventario dei testi della Biblioteca. Marmo all’epoca si era mosso sulla base di lamentele da parte di alcuni pompeiani, preoccupati sulla regolare conservazione dei libri.