Le dichiarazioni rilasciate dal Direttore Generale della Soprintendenza di Pompei, Massimo Osanna, e dal Direttore Generale del Grande Progetto Pompei, Luigi Curatoli, in occasione delle opere di restauro e di messa in sicurezza dei quartieri esclusivi del complesso di Championnet e della Casa del Marinaio, hanno riguardato anche il bilancio delle iniziative concluse e poche altre in via di definizione del GPP.
Bilancio positivo se si osservano i risultati in termini di qualità delle opere e dei risparmi conseguiti nelle gare di appalto. «Soldi che saranno spesi per altre iniziative sempre a favore di Pompei». Assicura Curatoli, che oramai vede arrivare (almeno parzialmente) la fine del suo incarico. Osanna da parte sua si è soffermato sulla partecipazione collegiale all’iniziativa di restauro e messa in sicurezza del monumento che, insieme al comparto tecnico, prevede da parte dei funzionari della Soprintendenza una fase di studio, una di direzione dei lavori ed una terza fase di controllo dei risultati in termini di qualità del prodotto e tempi di esecuzione.
Osanna ha fatto riferimento in particolare ai materiali innovativi utilizzati per le coperture piane a carpenteria metallica: tavole di legno rivestite di rame o tavole di Corian che consentono di alleggerire il peso sui muri sacrificati. Il complesso di Championnet è noto per essere un risultato di scavo ascrivibile alla Repubblica partenopea del 1799 mentre è noto che la struttura fu bombardata alla fine della seconda guerra mondiale.
Il complesso di Championnet ha impegnato un cantiere di 4.100 metri quadri diviso in circa 60 ambienti. Di rilievo la presenza di un giardino a colonnato chiamato cortile delle Murene, dotato di una vasca con mosaico utilizzata per l’allevamento di pesce. La sua vicinanza al Foro fa dell’estesa e composita struttura, disposta a terrazza su un pianoro panoramico della collina di Pompei, uno degli edifici più esclusivi del centro vesuviano.
In uno dei suoi ambienti sotterranei è stata tentata la parziale ricostruzione della cucina collezionando una serie di tegami, pentole, padelle ed altri recipienti per la cottura, la conservazione ed il trasporto degli alimenti.
Un altro ambiente di piccole dimensioni è stato trasformato in uno spazio espositivo (ne sono stati creati anche altri nel Parco) con reperti preziosi ed originali emersi dallo scavo.
Altra casa che ha visto un significativo restauro degli apparati decorativi parietali e pavimentali in ceramica e terracotta, è stata la Casa del Marinaio, caratteristica per il suo impianto termale privato ed un panificio domestico oltre alla fontana del Gallo (scolpito sul suo frontale) realizzata su marmo, sita all’angolo esterno della domus.
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